Perinetti: «Ho parlato con Inzaghi, gli ho detto che anche stavolta sono arrivato prima io»

Sei anni dopo Venezia, tornano entrambi a Palermo. Ma non dalla stessa parte. Giorgio Perinetti e Pippo Inzaghi si ritrovano nel capoluogo siciliano, stavolta avversari — almeno formalmente — ma accomunati da un destino che continua a incrociarsi. Uno in Serie B, alla guida di un Palermo Fc ambizioso; l’altro, direttore generale dell’Athletic Palermo, società neopromossa in Serie D. A raccontare questo intreccio, è lo stesso Perinetti, intervistato da Il Gazzettino di Venezia.
«Ovviamente ci siamo sentiti e, scherzandoci su, gli ho ricordato che pure stavolta, come a Venezia, sono arrivato prima di lui», racconta con ironia Perinetti, che nel 2014 firmò l’ultima promozione in Serie A del Palermo. Allora, sulla panchina sedeva Iachini, oggi tocca a Inzaghi tentare l’impresa. Il presidente era Zamparini, oggi la proprietà è tutta americana, ma il legame con Venezia è più vivo che mai.
Il dirigente romano, classe 1951, non nasconde l’affetto per la città: «Non ho mai nascosto di considerare Palermo casa mia – ha detto a Il Gazzettino di Venezia – questa è la mia quarta esperienza lavorativa qui e ho accettato con entusiasmo la sfida dell’Athletic». Nessuna rivalità con il Palermo Fc, anzi: «Non può esserci competizione, semmai supporto e conforto», chiarisce.
Perinetti si sofferma anche sul suo passato in Laguna e sull’amara retrocessione del Venezia: «Ci si poteva salvare – sottolinea nell’intervista rilasciata a Il Gazzettino di Venezia – la Serie A andava difesa con più determinazione e fame. Il problema? Forse troppe scommesse in campo. Venezia è una piazza tranquilla, ma serviva più tensione sportiva».
E ora, si riparte da Stroppa: «Una carta importante. È un allenatore che vuole dominare giocando, ma in Serie B serve anche vincere le partite sporche. È un campionato in cui bisogna saper voltare pagina ogni settimana, che si venga da una vittoria o da una sconfitta».