
In attesa che questa diventi davvero la settimana degli annunci — Osti come nuovo direttore sportivo e Inzaghi in panchina, salvo sorprese — è utile guardarsi dentro, prima ancora che fuori. Come scrive Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, il Palermo eliminato al primo turno dei play-off contro la Juve Stabia è una squadra con evidenti limiti, sia tecnici che caratteriali, ma non tutto è da buttare.
«Probabilmente la pensa così anche Inzaghi, che della nuova squadra sarà con ogni probabilità il timoniere», osserva Butera. Alcuni elementi da cui ripartire ci sono, ma la condizione è chiara: si deve puntare solo su chi è realmente utile alla causa. «Serve una sforbiciata netta ai rami secchi – continua il Giornale di Sicilia – per evitare di trascinarsi scorie delle ultime due annate e offrire un ambiente più limpido e coeso al nuovo allenatore».
Via chi pesa, dentro chi serve
Il Palermo avrà un solo obiettivo: la promozione diretta. E per raggiungerlo, il club è pronto ad accontentare Inzaghi in tutto e per tutto, con un mercato mirato e funzionale. Ma prima ancora di comprare, bisognerà decidere chi resta e chi no. Il problema è anche economico: tanti rosanero hanno ingaggi elevati e pochi estimatori sul mercato.
«Tenere dentro giocatori che alla prima panchina mostrano mal di pancia – sottolinea Butera – sarebbe pericoloso per la tenuta dello spogliatoio». Qualcosa già si è intuito nel corso dell’anno, anche se poco è trapelato ufficialmente. E Dionisi, già autore di scelte discutibili, «non ha ricevuto aiuto da chi doveva». Non dalla società, però, che «lo ha difeso fino all’estremo, arrivando a subire la dura contestazione dei tifosi».
Mercato strategico, anche con sacrifici
Il nuovo Palermo dovrà prima liberarsi dei pesi morti, poi rafforzarsi con intelligenza. Anche a costo di un nuovo sacrificio economico come quello visto a gennaio. «Perché stavolta – scrive Luigi Butera sul Giornale di Sicilia – non si può fallire».