Repubblica: “Palermo, il muro di piazza Magione venuto giù a un passo dal campo dove i bambini giocano a calcio”

I bambini, anche ieri, hanno continuato a giocare a calcio, a pochi passi dalle macerie. Il piccolo campetto fatiscente di Piazza Magione, dove ogni pomeriggio si disputano decine di partite, è stato teatro di un episodio che poteva trasformarsi in tragedia. Come riportato da La Repubblica Palermo, domenica, poco dopo l’ora di pranzo, il crollo improvviso di un muro alto diversi metri avrebbe potuto schiacciare quei bambini, se solo il caso non avesse voluto che in quel momento si trovassero altrove.
Un destino benevolo ha evitato il peggio, ma l’episodio riporta in primo piano il problema della sicurezza degli immobili degradati nel cuore della Kalsa. I vigili del fuoco, accorsi tempestivamente, hanno lavorato a lungo con l’ausilio di unità cinofile per escludere la presenza di vittime. Nel frattempo, i vigili urbani e gli uffici competenti cercavano di contattare i proprietari della struttura per verificarne lo stato di manutenzione. Il problema, però, è che l’immobile non è di proprietà comunale: si tratta di un edificio demaniale dato in concessione alla Guardia di Finanza nel 1939, che ancora oggi ospita alcuni alloggi.
Se fortunatamente nessuno è rimasto ferito, i danni materiali restano ingenti: tre auto sono state completamente schiacciate dal peso delle macerie. Qualcuno dovrà rispondere di questo crollo e provvedere alla messa in sicurezza dell’area, prima che il caso smetta di giocare a favore dei cittadini.
Progetti e fondi: il futuro della Kalsa tra promesse e attese
Come evidenziato da La Repubblica Palermo, Piazza Magione e le aree limitrofe rientrano nei progetti di riqualificazione finanziati attraverso il Contratto Istituzionale di Sviluppo (Cis).
Nello specifico, sono già stati stanziati:
5 milioni di euro per il restauro dell’ex Collegio della Sapienza, già sede delle suore Missionarie della Carità;
7 milioni di euro per l’antico monastero delle suore Carmelitane scalze, detto “delle Artigianelle”, situato nella vicina Piazza Kalsa;
2 milioni di euro per il completamento del restauro del complesso di Santa Maria dello Spasimo.
Accanto agli investimenti pubblici, si lavora anche sul fronte della coprogettazione. In collaborazione con comitati civici, unità di ricerca dell’Università di Palermo ed enti del terzo settore, si sta studiando un piano di rigenerazione urbana. A maggio, grazie a Farm Foundation, un workshop con otto università europee proporrà soluzioni concrete per trasformare la Kalsa in un polo culturale e sociale all’avanguardia.
Una Kalsa più sicura e vivibile: il piano del Comune
L’assessore comunale all’Urbanistica, Maurizio Carta, ha spiegato a La Repubblica Palermo che l’obiettivo è creare un vero e proprio distretto culturale, collegando i principali edifici storici della zona. «La Kalsa è un grande laboratorio di futuro. Riqualificare le sue vie storiche permetterà di unire in un unico percorso culturale diversi palazzi di grande interesse, da Palazzo Aiutamicristo allo Spasimo, dall’Oratorio dei Bianchi al Teatro Garibaldi, fino al Museo Abatellis e al Collegio della Sapienza», ha dichiarato.
Oltre agli interventi sui monumenti, il piano prevede la creazione di nuovi spazi ricreativi, commerciali e artigianali compatibili con il tessuto urbano. Tuttavia, il crollo di domenica dimostra che le priorità non possono essere solo estetiche: occorre mettere in sicurezza gli immobili più degradati.
«Ci sono aree che richiedono un intervento urgente, come via Scopari, vicolo della Salvezza e piazzetta dei Bianchi», ha aggiunto Carta. «Bisogna rafforzare la qualità urbana, collegando trasversalmente i quartieri e rendendo questi luoghi più vivibili e sicuri».
Il rischio dell’attesa: sicurezza prima di tutto
Mentre i fondi per la riqualificazione sono già stanziati e i progetti prendono forma, il crollo di Piazza Magione è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La Kalsa ha un enorme potenziale e potrebbe diventare il cuore pulsante della Palermo culturale. Ma senza un piano di intervento immediato sugli edifici pericolanti, il rischio è che il futuro promesso arrivi troppo tardi.