Lucioni su Dionisi: «Nessuna chiamata dopo l’addio, al Barbera non era il momento per chiarire»

Fabio Lucioni, ex difensore del Palermo, ha aperto una finestra sul proprio futuro ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, tracciando un bilancio della sua ultima stagione e condividendo i suoi progetti post-carriera.
«Ci sto pensando. Negli ultimi mesi ho dimostrato che sul campo avevo ancora qualcosa da dare. Dovesse venire fuori un’altra opportunità potrei valutarla, ma solo con un ruolo da chioccia, perché il problema all’anca mi impedisce di essere prestativo come vorrei» – ha spiegato il centrale classe ’87 – «Ma devo anche dire che a breve ho l’esame da direttore sportivo, potrebbe farmi valutare un cambiamento di vita calcistica».
Nessun dubbio, invece, sulla possibilità di intraprendere la carriera da allenatore: «No, ho iniziato a studiare da d.s. proprio perché mi immagino solo in un ruolo dirigenziale».
Lucioni ha poi confermato la volontà di seguire le orme di chi, come Valerio Di Cesare a Bari, è passato direttamente dal campo alla scrivania: «Sì, a supporto di un dirigente esperto da cui imparare. A Frosinone c’era stato qualche ragionamento in tal senso con il direttore Angelozzi, poi chiaramente sono cambiate le cose e gli auguro il meglio a Cagliari. Mi lega in ogni caso un grande rapporto al presidente Stirpe e a tutto il club, per loro sono a disposizione».
Per quanto riguarda un possibile “saluto” ufficiale al calcio giocato, Lucioni ha le idee chiare: «Non tengo alle celebrazioni, dovessi smettere di giocare lo farei anche in maniera silenziosa. Sono in pace con me stesso dopo aver chiuso questa stagione con un capolavoro, perché non ha altra definizione ciò che abbiamo fatto a Frosinone».
E, infine, su un episodio diventato virale nel post Palermo-Frosinone, che lo ha visto apparentemente evitare un saluto a Dionisi: «È un episodio che mi fa piacere chiarire. Quando a novembre abbiamo deciso con il club di fare la risoluzione, da parte di Dionisi non c’è stata nemmeno una telefonata nei miei confronti, nonostante avesse sempre parlato di trasparenza. Prima della partita al Barbera ci siamo salutati come si fa tra i componenti delle panchine, poi a fine primo tempo si è avvicinato per parlarmi e gli ho detto che non era quello il momento giusto. Finisce lì».