Inzaghi: «Lo Spezia merita la A, il Palermo era la favorita»

Filippo Inzaghi si gode la promozione in Serie A del suo Pisa con la gioia di un padre, la lucidità di un tecnico navigato e la gratitudine di un uomo che sa cosa significhi lottare e vincere. Intervistato da Nicola Binda per La Gazzetta dello Sport, l’ex bomber rossonero racconta il significato profondo di questo traguardo: «Non eravamo i favoriti, ma questa promozione è speciale. È nata dal ritiro di Bormio, dal lavoro quotidiano e da un gruppo che ha dato tutto».
Palermo e Spezia nel mirino: i riferimenti chiave
Inzaghi non dimentica le tappe che hanno alzato l’asticella del suo Pisa: «La vittoria con il Palermo alla seconda giornata — dice a La Gazzetta — è stata decisiva. Loro erano la favorita d’eccellenza, ma lì ho capito che potevamo fare grandi cose». Un elogio importante, che sottolinea quanto fosse alto il livello delle avversarie.
E oggi, da tecnico promosso, guarda al resto della Serie B con ammirazione: «Lo Spezia merita la Serie A per la stagione che ha fatto. Lo dico con convinzione».
L’umanità di un gruppo, la strategia di un leader
Poche multe, zero ritardi, tanta dedizione. Inzaghi descrive un gruppo impeccabile: «Sono esigente con me stesso, lo sono con il mio staff e con i giocatori. Ma non c’è mai stato un problema. Il valore umano è stato alla base di tutto». E se gli infortuni di Esteves e Leris avrebbero potuto spezzare l’equilibrio, lui ha reagito reinventando: «Touré è diventato un esterno perfetto. Così è nato il nostro 3-4-2-1».
Dietro alla promozione c’è anche un lavoro metodico: video del Bayer Leverkusen, compattezza difensiva, spirito di squadra. «A Bormio ho visto i segnali giusti. Le sconfitte con Sassuolo e Spezia nel ritorno mi hanno dato la certezza che avremmo potuto vincere: nessuno si è demoralizzato».
Cuore da padre e fame da allenatore
Oggi Inzaghi è padre di due figli, marito, uomo con i capelli brizzolati e nuove priorità: «Cerco di dare l’esempio anche a loro. I successi bisogna guadagnarseli, lo dicevo ai miei e lo dico alla squadra». Ma non è tempo di parlare del futuro in Serie A, almeno non ancora: «Sarà tutta un’altra musica. Ora voglio solo godermela».
E su Simone, il fratello che affronta una semifinale di Champions, Inzaghi si sbilancia: «Ha un compito più difficile del mio. Ma lo vedo bene. A proposito: ho visto Lamine Yamal, mi ha lasciato senza parole, sembra Messi».
L’abbraccio con Pisa e l’amore per Reggio
L’affetto dei tifosi è stato immediato, quasi commovente: «Gente che piangeva chiedendomi la Serie A… È stato bello regalare loro questa gioia». Ma nel cuore di Inzaghi resta una ferita non rimarginata: «Mi dispiace che la Reggina non sia tornata in C. Ho fatto una promessa: un giorno tornerò a Reggio per finire ciò che ci è stato impedito».