Faggiano: «Il trapianto mi ha salvato, ora affronto la vita con più entusiasmo di prima»

Elegantissimo nel suo doppiopetto, Daniele Faggiano ha concluso a Milano il complicato mercato della Salernitana. Un ritorno in prima linea che segna anche la sua rinascita personale. Come racconta Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport, il direttore sportivo ex Palermo ha perso 60 chili e soprattutto ha vinto la battaglia più importante, quella con la vita.

La sua carriera inizia da portiere, ma presto sceglie la via del manager. Debutta in C2 a Noicattaro a 28 anni, scoperto da Giorgio Perinetti che lo porta a Bari e poi a Siena, salendo entrambe le volte in A con Antonio Conte. Nel 2012 approda a Trapani, dove in quattro anni conquista la Serie B e sfiora la A. Seguono le esperienze a Palermo, Parma – con la doppia promozione – e poi Genoa e Sampdoria. «Ero stanco e spossato – ricorda Faggiano – ma non era il lavoro, i miei valori erano sballati: l’emoglobina era a 5, il fegato non funzionava».

Il dramma esplode il 10 dicembre 2023 con un incidente in autostrada: due vertebre rotte e il ricovero che porta alla diagnosi definitiva. «Ho iniziato a girare ospedali, a Torino e ad Ancona. Si parlava di trapianto, ma non era urgente». Nell’estate 2024 approda a Catania, ma la salute peggiora. «Dopo la partita con la Juve Next Gen sono stato male. Il dottor Ciampi mi ha indirizzato all’Ismett di Palermo, dove il professor Gruttadauria ha preso in mano la situazione. A Natale è arrivata la chiamata: entro tre ore dovevo essere a Palermo per il trapianto».

L’operazione è solo l’inizio di un calvario. «Sono stato 100 giorni in ospedale, momenti bui che non auguro a nessuno. Volevo scappare, ma pensavo alla mia famiglia, a mia figlia. Mi hanno sostenuto mia moglie Giorgia, i miei genitori e gli amici veri: Perinetti, Ausilio, Baccin, giocatori come Torregrossa e Inglese».

Dal marzo 2025 la rinascita: «Ora vedo la vita diversamente, i problemi veri sono altri. Se posso aiutare qualcuno, lo faccio. Ho capito cosa vuol dire soffrire». La Salernitana gli ha ridato un futuro. «Danilo Iervolino mi ha trasmesso la sua carica. Il lavoro è la mia medicina. Ho mosso cinquanta giocatori in questo mercato e spero di dare la mia energia alla squadra. Mi sento come se fossi resuscitato».