
CASTELLAMMARE DI STABIA – Un sorriso che vale una semifinale. Dopo l’impresa contro il Palermo, Guido Pagliuca si presenta sereno e determinato in conferenza stampa. La Juve Stabia è tra le prime quattro del campionato e affronterà la Cremonese in semifinale playoff, ma il tecnico toscano mantiene il profilo basso.
«Godiamoci questo momento con sorrisi e piedi per terra», ha detto l’allenatore gialloblù, come riportato da Raffaele Izzo su Corriere dello Sport.
Pagliuca ha poi preferito spostare i riflettori dai meriti personali al lavoro della squadra: «Alleno un gruppo eccezionale, prima di tutto sul piano umano. Abbiamo giocato un playoff per la Serie A con quattro under e senza pensare al doppio risultato. Questa è la nostra forza».
Lo sguardo è già rivolto alla prossima tappa: «Sarà dura contro la Cremonese, che sarà più riposata, ma con l’aiuto di Castellammare daremo tutto».
Adorante: «Andiamo avanti con spensieratezza»
Protagonista della serata con il gol decisivo, Andrea Adorante ha firmato la sua 16ª rete stagionale. Ma anche lui mette il gruppo davanti al singolo: «Forse la nostra forza è proprio non renderci conto pienamente di quanto di straordinario stiamo facendo. Segno io, ma il successo è sempre del gruppo. Anche col Palermo è stato così».
Sulla semifinale: «La Cremonese è un avversario forte, ma non partiamo sconfitti. Ora testa al recupero e alla preparazione della doppia sfida».
Dionisi: «Juve Stabia superiore per intensità. Stagione deludente»
Sulla sponda rosanero, è un Alessio Dionisi visibilmente amareggiato quello che analizza la sconfitta e una stagione conclusa troppo presto.
«Non era facile venire a giocare su un campo sintetico e in un ambiente così caldo», ha dichiarato il tecnico del Palermo. «Abbiamo dato il massimo, ma la Juve Stabia è stata superiore nell’intensità. Credo che la gara sia stata equilibrata, ma gli episodi non ci hanno sorriso».
Poi la riflessione più profonda: «Non è stato il campionato che avremmo voluto. Non sono venuto a Palermo per fare questo tipo di stagione. Ma il verdetto del campo, nel bene e nel male, va sempre accettato».