Come sottolineato da Tullio Calzone sul Corriere dello Sport, non ci sono dubbi: Guido Pagliuca è il tecnico del momento. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma intanto l’allenatore toscano si gode la stima crescente nel panorama calcistico italiano. Uomo concreto, più propenso all’analisi che alle adulazioni, Pagliuca non ha ancora costruito una strategia d’immagine raffinata – cravatte e giacche possono aspettare – ma in campo ha dimostrato di avere le idee molto chiare.

La stagione con la Juve Stabia è stata semplicemente straordinaria. Dopo la promozione dalla Serie C, il club campano ha sfiorato l’impresa nei playoff di Serie B, eliminando il Palermo al preliminare e lottando alla pari con la Cremonese in semifinale. Pagliuca ha collezionato 85 panchine in gialloblù, comprese quattro di Coppa Italia, con un bilancio di 39 vittorie, 28 pareggi e 18 sconfitte. In 17 anni da allenatore, ha raggiunto quota 200 vittorie in campionato su quasi 500 partite disputate.

Sogno e rilancio

Contro la Cremonese, poi promossa in A, la Juve Stabia ha sfiorato l’impresa. Come racconta ancora il Corriere dello Sport, solo i legni colpiti da Floriano Mussolini hanno impedito una vittoria che sarebbe stata storica. Il “Menti”, ribollente di passione, non è bastato per completare il sogno. Ma la semifinale, giocata alla pari, resta un trampolino di lancio per Pagliuca, diventato oggetto del desiderio per molte società.

La sua capacità di organizzazione tattica, la valorizzazione dei giovani e la rinascita di giocatori considerati fuori dai radar hanno attirato l’attenzione di club ambiziosi. Il suo calcio pratico ed efficace ha fatto breccia anche in Serie A.

La clausola Langella

A frenare i corteggiamenti, però, c’è una clausola non indifferente. Come rivelato da Tullio Calzone, il presidente Andrea Langella ha blindato l’allenatore con una penale da circa 700.000 euro. Una cifra che rappresenta un ostacolo anche per club economicamente solidi, come il Monza e l’Empoli, retrocesse dalla A e beneficiarie del “paracadute”, ma anche per il Bari di Luigi De Laurentiis, ultimo ad affacciarsi nella corsa al “mago di Cecina”.