Caos Brescia. Cellino: «Indagine chiusa in due giorni. Altri club come noi»

Fino a pochi giorni fa si festeggiava la salvezza con la vittoria sulla Reggiana. Oggi, invece, sotto la sede del Brescia si radunano decine di tifosi infuriati, delusi e arrabbiati per il caos scoppiato attorno alla vicenda dei crediti d’imposta. Una storia di carte, silenzi, società fantasma e accuse che rischia di cambiare la classifica della Serie B e stravolgere i destini sportivi di più club.
Come riporta Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport, il protagonista, nel bene e nel male, è sempre lui: Massimo Cellino, presidente delle Rondinelle, ora nell’occhio del ciclone per presunti versamenti fiscali effettuati con crediti d’imposta risultati, secondo la Procura FIGC, non esistenti.
Cellino: “Io vittima, come altri club. Ma qui hanno chiuso tutto in due giorni”
Cellino si difende a tutto campo e si dichiara parte lesa:
«Confermo di aver utilizzato quel sistema di pagamento, è corretto. Se mi avessero detto che non andava bene, avrei pagato di tasca mia. Come ho fatto per anni a Cagliari, Leeds, Brescia. Ho venduto anche case per il calcio».
Il patron bresciano ha già presentato una denuncia penale:
«Siamo stati truffati. La società di via Montenapoleone a Milano che ci ha venduto i crediti è sparita, non rispondono più. Avevano ceduto crediti per oltre 100 milioni a molte aziende. La Covisoc mi ha detto che non siamo gli unici: anche il Trapani ha denunciato la stessa cosa».
L’operazione: 2,4 milioni in crediti, trattenuta del 15%
Nel dettaglio, il Brescia aveva richiesto 2,4 milioni di euro in crediti d’imposta, con una trattenuta del 15%.
«Altri ci offrivano sconti maggiori, ma il nostro fiscalista era tranquillo: aveva persino garanzie dalla Banca d’Italia. Ora è disperato», ha dichiarato Cellino a La Gazzetta dello Sport.
Il nodo, però, resta la rapidità dell’indagine.
«Il 9 maggio ci hanno detto che c’erano verifiche in corso. Avevamo 60 giorni di tempo. Due giorni dopo era già tutto chiuso. Avevamo mandato copia del contratto e la ricevuta del pagamento, eppure…».
Tra cessione congelata e rabbia dei tifosi
Cellino ha rivelato che sabato scorso aveva definito la cessione del club a un imprenditore italiano “perbene”. Ma ora tutto è sospeso. E la tensione in città sale:
«Non mi va di chiudere così la mia esperienza a Brescia. Ma ora siamo nei guai. E daremo battaglia in ogni sede».
Intanto, mentre la Procura FIGC prepara i deferimenti, il club ha annunciato che si tutelerà in tutte le sedi sportive e, se necessario, anche extra-sportive. Le istituzioni lombarde, come il presidente della Regione Attilio Fontana e il presidente della Provincia Emanuele Moraschini, hanno espresso solidarietà, ma i tifosi vogliono risposte concrete. E presto.