Brescia, rischio retrocessione d’ufficio: Cellino si difende e presenta denuncia per truffa

Il Brescia Calcio, guidato da Massimo Cellino, è al centro di una bufera giudiziaria che potrebbe portare alla retrocessione d’ufficio in Serie C. Dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura Federale, la penalizzazione in classifica sembra sempre più concreta, in seguito a presunte irregolarità amministrative legate a crediti d’imposta inesistenti.

Secondo l’accusa, il club avrebbe utilizzato crediti fittizi per pagare contributi relativi a quattro mensilità tra novembre e febbraio, per un totale di oltre 1,4 milioni di euro. Per l’Agenzia delle Entrate quei crediti non esistono.

Cellino respinge ogni accusa e sostiene di essere stato truffato da una società con sede in via Montenapoleone a Milano, da cui avrebbe acquistato i crediti con uno sconto del 20%. Il club ha depositato in Procura una querela contro l’azienda milanese, mentre i legali stanno preparando un ricorso alla giustizia sportiva per evitare sanzioni.

Nel frattempo, anche la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo sulla vicenda, ipotizzando il reato di indebita compensazione. Le forze dell’ordine hanno intensificato la sorveglianza intorno alla sede del club, al centro sportivo di Torbole Casaglia e alla residenza di Cellino, nel timore di tensioni legate all’ordine pubblico.