Repubblica: “Il Palermo la ribalta ma Diakitè rovina tutto. Ad Avellino finisce pari”

AVELLINO – Entrare in campo sapendo che le dirette concorrenti hanno già vinto non è semplice. Diventa ancora più complicato quando vai sotto, riesci a ribaltarla e inizi ad assaporare la vittoria. Poi, però, arriva l’episodio che stravolge tutto. Il 2-2 tra Avellino e Palermo nasce così, in una gara folle e contraddittoria, raccontata da Massimo Norrito sulle pagine di Repubblica Palermo.

Il Palermo passa attraverso tutte le possibili letture di una partita: potrebbe perderla, potrebbe vincerla, rischia persino di riperderla. Alla fine resta il pareggio, che forse è il risultato più giusto, se non fosse per un’autentica auto-sabotaggio firmato Diakité. Lo sottolinea Massimo Norrito su Repubblica Palermo, evidenziando come il difensore, dopo una prova incolore, si faccia espellere per doppia ammonizione a quattro minuti dalla fine, spalancando la porta al ritorno dell’Avellino.

L’avvio dei rosanero è convincente. Pressing alto e Avellino aggredito nella propria metà campo. A non funzionare sono soprattutto le fasce: Diakité e Augello non riescono a produrre cross efficaci e il Palermo cambia spartito, cercando soluzioni centrali. Sono Bani, Augello e Ceccaroni, interpreti inattesi, a creare scompiglio nell’area irpina. Tuttavia, come scrive ancora Massimo Norrito su Repubblica Palermo, il lavoro prodotto non si traduce in occasioni concrete, se si esclude il tiro impreciso di Pohjanpalo.

Con il passare dei minuti cresce l’Avellino. Bani si prende un giallo che gli costerà la sfida con il Padova, Palmiero impegna Joronen dalla distanza e Le Douaron va vicino al gol con un colpo di testa deviato da Fontanarosa. Al 39’ arriva il vantaggio dei Lupi con Biasci, che contro il Palermo si conferma un autentico incubo: cinque gol nelle ultime cinque sfide. Un dato che Massimo Norrito sottolinea nel suo pezzo su Repubblica Palermo.

La ripresa si apre con il Palermo in apnea. Prima Bani scivola lasciando spazio a Biasci, poi Ceccaroni sbaglia un retropassaggio clamoroso che manda Tutino in porta. Joronen salva e si ripete poco dopo su un’altra conclusione velenosa di Biasci. È il momento in cui Inzaghi capisce che serve una svolta. Fuori Bani e Segre, dentro Gyasi e Gomes: Diakité arretra, Peda va centrale. La mossa funziona subito.

Il pari arriva con una splendida conclusione al volo di Ranocchia, sotto la traversa. Il Palermo prende fiducia e trova anche il sorpasso: tiro di Pohjanpalo, braccio di Fontanarosa e rigore che il finlandese trasforma con freddezza. A quel punto la partita sembra in pugno, ma è qui che tutto crolla. Diakité, già ammonito, entra in maniera scomposta su un pallone alto e si prende il secondo giallo. Espulsione inevitabile.

In superiorità numerica, l’Avellino assalta e trova il 2-2 con una splendida girata al volo di Palumbo. Nel finale sale ancora in cattedra Joronen, decisivo nel blindare almeno il pareggio. Sfuma il poker e, per come si era messa, fa malissimo. Una serata che lascia rimpianti e nervi scoperti, come conclude Massimo Norrito su Repubblica Palermo.