Mario Aiello, direttore sportivo dell’Avellino, approfitta della sosta per fare chiarezza sugli obiettivi stagionali e sul metodo di lavoro scelto dal club. Intervistato da Il Mattino, il dirigente invita l’ambiente a mantenere misura e consapevolezza dopo la sconfitta di Cesena.
«In questo momento serve equilibrio, soprattutto all’interno», spiega Aiello, sottolineando come la delusione post-Cesena sia comprensibile ma non debba distorcere la percezione del percorso. «Siamo in linea con i punti necessari per consolidarci in una nuova categoria e non siamo più in Serie C. Eravamo abituati a vincere ogni partita, ma la dimensione attuale è diversa. In Serie B, se non ti esprimi al meglio, puoi pareggiare o perdere contro chiunque».
Il direttore sportivo definisce affascinante la sua prima esperienza nella serie cadetta, ribadendo la filosofia che ha guidato la costruzione della rosa. «Stravolgere il gruppo che ci ha portato in B non sarebbe stato giusto. Ho preferito affiancare ai protagonisti della promozione giocatori validi, soprattutto under. Per me non esistono calciatori troppo giovani per giocare ad Avellino».
Aiello parla di una scelta tecnica e culturale: «Vincere puntando su una vera linea verde non è utopia. Lo considero un primo successo. C’è ancora molto da fare, ma vedere tanti ragazzi rappresentare con personalità una maglia così gloriosa è la prova che creare patrimonio per il club è possibile».
Infine, il passaggio sui compensi personali, spesso tema di discussione tra i tifosi: «Sono tra i direttori sportivi meno pagati della B? Mi ritengo un privilegiato. Ho trasformato la mia passione in una professione. Credo che si debba dimostrare prima di chiedere. L’Avellino mi ha già riconosciuto il lavoro svolto rinnovandomi il contratto in estate. La parte economica, oggi, non è un problema».
