Segre: «A Palermo la storia si scrive con passione. Dopo il 5-0 col Pescara abbiamo ritrovato la nostra identità»
Come racconta Valerio Tripi su la Repubblica Palermo, Jacopo Segre è tornato al gol nel successo contro il Pescara, ritrovando quella specialità — il colpo di testa — che non gli riusciva dal febbraio 2024. Il centrocampista, oggi tra i leader dello spogliatoio di Filippo Inzaghi, è terzo nella classifica dei centrocampisti goleador del Palermo, a una sola rete da Bombardini e undici da Corini, «e senza calciare rigori», come tiene a precisare lo stesso giocatore.
Nell’intervista concessa a Tripi per la Repubblica Palermo, Segre mette da parte le statistiche personali per concentrarsi sull’aspetto mentale: «Dopo due sconfitte pesanti serviva una reazione vera, non solo tecnica ma soprattutto mentale. Siamo stati bravi a restare lucidi, analizzare gli errori senza cercare alibi. Inzaghi ci ha chiesto di ritrovare la nostra identità, quella fatta di compattezza, intensità e spirito collettivo».
Valerio Tripi, sulle pagine di la Repubblica Palermo, sottolinea come il 5-0 rifilato al Pescara — il primo risultato del genere al “Barbera” dopo oltre vent’anni, dal derby col Catania — sia arrivato in coincidenza con i 125 anni di storia del club. Un simbolo, come spiega Segre: «Viene naturale pensare a quanto sia speciale questa vittoria: 5-0 con lo stadio pieno in una giornata di festa. Non giochiamo per fare la storia, ma la storia, quando giochi con passione e rispetto per la maglia, a volte si scrive da sola».
Nel colloquio con Tripi, il centrocampista ha poi parlato del legame con il pubblico: «La coreografia della curva è stata un brivido lungo novanta minuti. Ci siamo resi conto ancora una volta di quanto amore circondi questa squadra. Palermo non è una piazza qualunque: qui il calcio è identità, appartenenza, vita quotidiana». Come riporta la Repubblica Palermo, Segre ha evidenziato anche il sostegno ricevuto nei momenti difficili: «Dopo la sconfitta con il Monza la gente ci ha incoraggiato. Ti dà una spinta enorme, perché senti che non giochi solo per te stesso o per i tuoi compagni, ma per una città intera che ti affida la propria passione».
