Come riporta Luigi Butera su Tuttosport, il Palermo incassa la seconda sconfitta consecutiva e la prima pesantissima batosta casalinga della stagione. Il 3-0 con cui il Monza passa al “Barbera” lascia il segno e fa male, soprattutto perché arriva contro una diretta concorrente per la promozione in Serie A.

Per Butera, il verdetto è chiaro: «Altro che riscatto, il Palermo così non va». Dopo la caduta di Catanzaro, la squadra di Filippo Inzaghi affonda anche in casa, mostrando limiti tattici, fragilità mentale e scarsa lucidità. I brianzoli, invece, centrano la quarta vittoria consecutiva e ora si trovano a +4 sui rosanero, candidandosi ufficialmente al ruolo di anti-Modena.

Nel suo articolo per Tuttosport, Luigi Butera analizza la partita in dettaglio: Inzaghi cambia modulo passando al 3-5-2, sacrificando Palumbo per inserire Gomes e confermando Le Douaron accanto a Pohjanpalo. Ma la mossa non paga. Dopo un buon avvio, con un’occasione sventata da Thiam, la squadra si spegne presto, lasciando campo e iniziativa al Monza.

I brianzoli colpiscono al 39’ con Dany Mota, bravo a sfruttare un lancio di Obiang, superare Peda e battere Joronen in uscita. Nella ripresa, dopo soli cinque minuti, arriva il raddoppio di Izzo, lasciato colpevolmente solo in area su cross di Azzi.

«Inzaghi tenta il tutto per tutto – scrive Butera su Tuttosport – inserendo Brunori e Corona, ma la squadra si affida più ai nervi che alle idee». Il Palermo spinge ma senza costruire vere occasioni, mentre il Monza si difende e riparte con pericolosità. Dopo un salvataggio di Peda su Colpani, la serata si chiude nel modo peggiore: al 94’, Azzi in contropiede firma il definitivo 3-0.

Il Tuttosport, attraverso la firma di Luigi Butera, sottolinea anche la differenza di approccio e mentalità tra le due squadre: Monza solido, cinico e concreto; Palermo fragile, disunito e confuso. Una prestazione che lascia l’amaro in bocca e accende i campanelli d’allarme in vista del prossimo impegno con il Pescara.

Il “Barbera” ammutolito e le lacrime dei tifosi nel finale raccontano più di mille parole: il Palermo, oggi, è una squadra in crisi d’identità.