BRESCIA – La situazione in casa Brescia è sempre più caotica e ingovernabile. Tra una crisi di risultati che sembra non avere fine e un quadro societario in pieno stallo, il club lombardo attraversa uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Massimo Cellino, presidente del club dal 2017, appare sempre più isolato e al centro delle contestazioni, ma continua a resistere e a non cedere alle pressioni per la vendita della società.

Come riportato da Cristiano Tognoli su Tuttosport, l’ennesimo segnale di frattura interna è arrivato con le dimissioni del direttore generale Luigi Micheli, uomo di fiducia dello stesso Cellino e figura centrale negli equilibri societari. Dopo cinque anni, anche Micheli ha deciso di lasciare, privando il presidente di uno degli ultimi alleati rimasti.

Squadra in crisi profonda: numeri da incubo
Sul campo la situazione è altrettanto allarmante. Il pareggio casalingo per 0-0 contro il Sudtirol ha fatto esplodere una nuova ondata di contestazioni. Questa volta nel mirino non c’è stato solo Cellino, ma anche la squadra e l’allenatore Rolando Maran, che sembra aver perso la bussola, continuando a rifugiarsi in giustificazioni basate su dati statistici anziché risultati concreti.

Il Brescia non vince in casa da 10 partite consecutive, un dato senza precedenti nei 114 anni di storia del club. Quando l’8 marzo le rondinelle torneranno in campo al Rigamonti contro il Cesena, saranno passati ben 159 giorni dall’ultima vittoria interna. Il rendimento complessivo è disastroso: appena 2 vittorie nelle ultime 20 gare, numeri che testimoniano una crisi tecnica profonda e che alimentano la paura di una clamorosa retrocessione.

La pista Carlos Slim: un’opportunità o un’illusione?
Nel novembre 2023, Tuttosport aveva svelato l’interesse per il Brescia del magnate messicano Carlos Slim Helù, tra gli uomini più ricchi al mondo e già coinvolto nel mondo del calcio attraverso partecipazioni in club messicani e nel Real Oviedo spagnolo. Slim vede in Brescia non solo una piazza calcistica storica, ma anche un potenziale progetto di business, legato in particolare alla possibilità di ricostruire il Rigamonti, uno stadio che potrebbe diventare il fulcro di una nuova era per il club.

Il legame tra Slim e il Brescia si basa sull’idea di replicare modelli virtuosi già visti in altri club europei, ma la trattativa è rimasta in una fase interlocutoria. Secondo quanto riportato da Cristiano Tognoli su Tuttosport, la presenza di due imprenditori bresciani come intermediari ha facilitato i contatti, ma la posizione di Cellino rappresenta ancora il principale ostacolo. Nonostante la crisi e l’isolamento crescente, il patron non sembra intenzionato a cedere il controllo a cuor leggero e pretende una valutazione economica che i potenziali acquirenti ritengono ancora eccessiva.

Il peso della storia e l’eredità mancata di Corioni
Il fascino del progetto Brescia resta legato anche alla sua storia calcistica. Negli anni ‘90, sotto la guida di Gino Corioni, il club visse momenti di gloria con l’arrivo di campioni come Roberto Baggio e Pep Guardiola, rimanendo stabilmente in Serie A per cinque stagioni consecutive. Corioni sognava di trasformare il Brescia in una realtà solida e competitiva, sul modello di quanto fatto dall’Atalanta negli ultimi anni.

Tuttavia, dopo la sua scomparsa nel 2016, quei sogni sono rimasti incompiuti. Con l’arrivo di Cellino, le aspettative erano alte, ma in sette anni la gestione è stata segnata da continui cambi di allenatori, dirigenti e calciatori, senza mai consolidare un progetto vincente. L’unico lampo è stata la promozione in Serie A nel 2019, subito vanificata da una rapida retrocessione e seguita da stagioni difficili, tra cui quella che due anni fa vide il Brescia retrocedere in Serie C sul campo, salvo poi essere ripescato per le difficoltà della Reggina.

Il futuro resta appeso a un filo
Oggi il Brescia è a un bivio: da un lato l’opzione di una cessione che potrebbe garantire nuove risorse e progettualità; dall’altro il rischio che la gestione Cellino trascini la squadra sempre più nel baratro, aggravando una crisi che sembra ormai irreversibile.

I tifosi, ormai stremati, chiedono chiarezza e un progetto concreto. E mentre la pista messicana non è del tutto tramontata, resta il dubbio sulla reale volontà del presidente di chiudere la sua esperienza al Brescia.

Nel frattempo, la squadra dovrà lottare per restare a galla in un campionato che rischia di riservare amare sorprese. E la sensazione, come sottolinea ancora Tuttosport, è che senza un cambio radicale ai vertici, la Leonessa continuerà a ruggire sempre più piano.