Pasquale Marino: «Aquilani è preparato, ma al Catanzaro serve tempo. Iemmello sente troppo il peso della sua città»
L’ex allenatore di Udinese, Parma e Catania, Pasquale Marino, ha analizzato il momento difficile del Catanzaro ai microfoni di Esperia TV. Le sue parole arrivano dopo l’ottava giornata di campionato e la sconfitta interna contro il Padova, che ha lasciato i giallorossi senza vittorie.
Marino, forte della sua lunga esperienza con oltre 330 panchine in Serie B, ha offerto una lettura lucida delle difficoltà della squadra di Alberto Aquilani, toccando i temi chiave di questo avvio di stagione.
«Iemmello è un giocatore straordinario, ma sente troppo la pressione»
L’allenatore siciliano ha iniziato parlando del capitano e simbolo del Catanzaro: «Iemmello è un giocatore straordinario per tutto ciò che ha fatto a Catanzaro: non solo segna, ma fa anche giocare la squadra, la fa girare».
Tuttavia, Marino ha evidenziato un aspetto psicologico decisivo: «Essendo di Catanzaro, sente maggiormente la pressione e la responsabilità, e cerca ogni anno di fare meglio». Parole che spiegano il momento di difficoltà dell’attaccante, che dopo una stagione da protagonista sta faticando a ritrovare la brillantezza dei tempi migliori.
«Aquilani è preparato e intelligente, saprà dove intervenire»
Sul tecnico giallorosso, l’ex allenatore della Salernitana ha espresso una valutazione equilibrata: «Aquilani è un allenatore preparato e sicuramente avrà l’intelligenza di capire dove intervenire».
Marino ha però sottolineato le difficoltà che un gruppo giovane può incontrare nei momenti di crisi: «Quando non si vince, la pressione aumenta, soprattutto in una squadra composta da tanti ragazzi. I giocatori più esperti riescono a gestirla meglio, ma per i giovani serve tempo».
Un’analisi che fotografa perfettamente la situazione delle Aquile, in un campionato che si sta rivelando più complesso del previsto dopo le buone stagioni precedenti.
Marino ha concluso con un messaggio di fiducia: «Il Catanzaro ha qualità, ma deve trovare serenità e continuità. Solo così potrà uscire da questo momento e tornare a giocare il suo calcio».
