Come scrive Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, il Palermo ha improvvisamente rallentato la sua corsa. Il «motore s’è inceppato» e l’allarme non va sottovalutato: il campionato non aspetta nessuno, e mentre i rosanero hanno frenato, alcune rivali hanno iniziato ad accelerare. A cominciare dal Monza, atteso domani al Barbera e reduce da tre successi consecutivi.
Il quotidiano sottolinea come la sconfitta di Catanzaro abbia segnato un cambio di passo evidente: il Palermo ha perso il secondo posto e, soprattutto, quella sicurezza mostrata nelle prime settimane di campionato. «Difficile capire cosa sia successo», scrive Butera sul Giornale di Sicilia, ma la squadra vista al Ceravolo è sembrata la “sorella brutta” di quella che, a inizio stagione, dettava legge in campo.
Meno corsa, poca lucidità negli ultimi venti metri e qualche errore difensivo di troppo: è questa la fotografia del Palermo attuale. Il gol subito a Catanzaro ne è l’emblema. Gli infortuni di Bani e Gyasi hanno certamente pesato — il primo per presenza e leadership, il secondo per duttilità — ma, come osserva Butera, sarebbe riduttivo spiegare tutto solo con le assenze. «Meglio farsi delle domande e imporsi riflessioni», scrive il giornalista, indicando la necessità di un’analisi profonda per ritrovare equilibrio e identità.
Inzaghi aveva già previsto momenti difficili come questo. Ora servono nervi saldi, calma e anche nuove soluzioni tattiche. Il Giornale di Sicilia evidenzia come il gioco dei rosanero sia diventato troppo prevedibile e legato alle giocate dei singoli. Con un Palumbo ancora lontano dal suo miglior livello e un Brunori in fase di stallo, per gli avversari è diventato più facile contenere il Palermo e colpirlo in ripartenza.
C’è però tempo per reagire. Il calendario propone due gare consecutive al Barbera: domani contro il Monza e sabato, giorno dei 125 anni del club, contro il Pescara. Due occasioni per dimostrare che questa squadra ha ancora risorse e ambizione. Ma come ricorda Butera sul Giornale di Sicilia, per riuscirci servirà liberarsi dal «complesso della promozione» che, negli ultimi anni, ha frenato le speranze rosanero proprio sul più bello.
