
Una stagione vissuta tra campo e panchina, tra il ruolo di chioccia per i più giovani e la forza silenziosa dello spogliatoio. È questo, in sintesi, il bilancio dell’anno di Salvatore Sirigu al Palermo, raccontato da Massimiliano Radicini sulle pagine del Giornale di Sicilia.
Tornato nella città dove tutto era iniziato, il portiere sardo classe 1987 ha accettato con entusiasmo la sfida lanciata dall’allora direttore sportivo Morgan De Sanctis, consapevole di poter dare un contributo più morale che tecnico. E così è stato. Sirigu ha totalizzato solo quattro presenze stagionali – una delle quali in Coppa Italia – ma ha rappresentato una guida fondamentale per Sebastiano Desplanches, giovane talento lanciato nella mischia nella prima parte della stagione.
Come riportato ancora da Radicini sul Giornale di Sicilia, Sirigu si è rivelato una figura carismatica e di riferimento, pur agendo con discrezione e senza mai reclamare spazio. Il suo bagaglio di esperienze – tra Serie A, Ligue 1 e Nazionale – ha contribuito a rafforzare lo spogliatoio, in un’annata turbolenta per il reparto portieri.
Ora il contratto è in scadenza e il futuro resta tutto da scrivere. Al momento è difficile immaginare una sua permanenza attiva tra i pali, specie considerando le nuove strategie tecniche in fase di definizione. Ma non si può escludere un’altra possibilità: se Sirigu dovesse decidere di concludere la carriera da calciatore, il club potrebbe valutare per lui un ruolo dietro le quinte, magari nello staff, per continuare a trasmettere i valori rosanero alle nuove generazioni.
Un epilogo naturale, nel segno della continuità, dell’identità e di quel legame speciale che Sirigu ha sempre mantenuto con Palermo.