Calcio violento. L’aggressore del tredicenne: «Mi vergogno. Ho avuto paura per mio figlio»
Un video choc ha fatto il giro del web: la corsa in campo, l’aggressione, l’interruzione violenta di una partita Under 14 a Collegno. Protagonista un padre, che oggi racconta la sua versione ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
«Un grande dispiacere, un senso di vergogna e disagio», spiega l’uomo a Guglielmo Buccheri. «Rivedermi, una, due, tre volte, mi ha fatto capire quanto la paura e l’istinto abbiano prevalso sulla ragione. Ho agito per difendere mio figlio a terra, ma non è l’esempio che avrei voluto dargli».
Il figlio stesso, dice, lo ha rimproverato: «Mi ha detto che non avrei dovuto reagire così, anche in una situazione per lui di grande timore». E aggiunge: «La violenza va sempre condannata. Sempre. Purtroppo in certi momenti, vedendo il proprio figlio in pericolo, si perde lucidità».
Se potesse tornare indietro non rifarebbe nulla di quanto accaduto: «Avrei aspettato che intervenissero le persone presenti sul campo. Avrebbero messo fine a quella lite».
Aperto al dialogo con la famiglia di Thomas, il ragazzo finito in ospedale, il padre spiega alla Gazzetta dello Sport: «Parlarci tra genitori potrebbe servire ad abbassare i toni e a dare un messaggio diverso ai nostri figli. Spero che anche i ragazzi possano chiarirsi: amano lo sport e devono capire che a volte si vince, a volte si perde, ma conta divertirsi».
Resta la macchia di quella domenica di fine agosto a Collegno. «Ho visto mio figlio a terra colpito da più avversari, ho avuto la percezione di un’azione violenta e non di un semplice diverbio sportivo. Da lì paura e istinto mi hanno fatto fare quello che non rifarei».
Ora, la conclusione: «Credo sia giusto che venga ricostruito ogni istante con equilibrio, senza nascondere nulla».
