Ci serve ROBERTO MANCINI: è lui il nuovo allenatore | La data della firma
Mancini - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Nuovo terremoto sulla panchina di una big di Serie A.
La Juventus ha ufficializzato l’esonero di Igor Tudor dopo la sconfitta con la Lazio, culmine di una crisi che ha portato i bianconeri a otto partite consecutive senza vittorie. Il tecnico croato paga un crollo iniziato subito dopo l’illusorio successo nel derby d’Italia contro l’Inter, ultima vittoria risalente a metà settembre. Da allora, la squadra è precipitata in una spirale negativa di prestazioni deludenti e gioco confuso, peggiorando persino i numeri del 2009 sotto Ranieri.
Dietro la decisione, però, ci sono anche ragioni interne. Tudor non era una scelta di Comolli, che lo aveva “ereditato” al suo arrivo in società. Il dirigente francese, dopo i contatti falliti con Conte e Gasperini, aveva accettato di proseguire con Tudor più per necessità che per convinzione, anche in nome della stabilità auspicata dalla proprietà. Ma il rapporto tra i due non è mai decollato: già durante il Mondiale per club erano emerse divergenze sul mercato e sulla gestione tecnica.
Con l’inizio della crisi, Comolli e Chiellini hanno provato a supportare l’allenatore, ma senza risultati. Le otto partite senza successi, le quattro gare senza reti e le tre sconfitte di fila hanno certificato la totale confusione tattica della squadra. La sconfitta contro la Lazio ha solo accelerato una decisione che sembrava ormai inevitabile.
A pesare in modo decisivo anche la comunicazione di Tudor. Le sue uscite pubbliche – dalle accuse agli arbitri dopo Verona alle critiche sul mercato prima di Como – hanno incrinato definitivamente i rapporti interni. Dichiarazioni percepite come provocatorie che hanno irritato la dirigenza e accelerato la rottura, trasformando un addio annunciato in un epilogo immediato.
Mancini, il profilo dell’esperienza
Archiviato l’esonero di Tudor, la Juventus guarda avanti: nell’immediato sarà Massimo Brambilla, tecnico della Next Gen, a guidare la squadra contro l’Udinese, ma il nuovo allenatore dovrebbe debuttare il 1° novembre contro la Cremonese. Tra i candidati in lizza restano tre nomi: Spalletti, Mancini e Palladino. E proprio Roberto Mancini sembra la figura più intrigante per un club che cerca equilibrio, autorevolezza e una nuova identità dopo mesi di caos.
L’ex commissario tecnico della Nazionale conosce bene le pressioni di una grande piazza e ha già dimostrato di saper costruire progetti tecnici solidi. Dopo l’esperienza agrodolce con l’Arabia Saudita, il “Mancio” avrebbe l’occasione per rilanciarsi in Europa e guidare una Juventus bisognosa di rinnovamento. Il suo occhio clinico nel valutare i giocatori — basti pensare alla scoperta di Retegui — e la capacità di adattare il sistema di gioco alle caratteristiche della rosa potrebbero essere risorse preziose per una squadra in cerca di equilibrio tattico.

Tra budget e prospettive future
Il principale ostacolo resta l’ingaggio: Mancini chiede un compenso elevato e la Juve ha già due allenatori a libro paga. Tuttavia, la società potrebbe considerare l’investimento sostenibile in nome di un progetto di rilancio strutturato, fondato su competenza e carisma.
Rispetto a profili più rischiosi come Palladino, Mancini rappresenta una garanzia di esperienza e visione, l’uomo ideale per riportare ordine e credibilità in casa bianconera.
