Abodi sul no di Ranieri e sul futuro azzurro: «Serve un cambiamento culturale, non solo tecnico»

Il Ministro dello Sport Andrea Abodi è intervenuto a margine della quindicesima edizione di “Mediterraneo da remare”, toccando temi cruciali legati al momento della Nazionale italiana e al recente addio di Luciano Spalletti. Al centro delle dichiarazioni, anche il rifiuto di Claudio Ranieri alla panchina azzurra e il futuro del movimento calcistico tricolore.
Sulla decisione dell’ex tecnico della Roma, Abodi ha dichiarato:
«Non penso sia arrivato a cuor leggero. È il frutto di una valutazione di una persona retta che ha dei principi morali forti e un amore nei confronti del calcio sano. In parte ritengo sia il no a condizioni con le quali Ranieri non sa lavorare».
Poi, uno sguardo preoccupato al percorso verso il Mondiale 2026:
«Oggi non ci sono le premesse migliori per la qualificazione al Mondiale, anche se il percorso è ancora lungo. A volte si perde anche quando si vince e questo associa la prestazione con la Norvegia a quella con la Moldova. Abbiamo vinto, ma abbiamo dato la sensazione di una maglia azzurra che non viene profondamente rispettata e questo la passione popolare percepisce».
Infine, Abodi ha sottolineato l’esigenza di una riflessione profonda a livello sistemico:
«Chi deve riflettere non è solo una persona, è un sistema, perché quando un presidente federale viene eletto con il 98% sono tutte le componenti che devono capire come dare un contributo per cambiare qualcosa che non è solo il cambio dell’allenatore ma un cambio culturale, di un approccio e comportamentale. Il presidente federale è il più esposto e risponde, mentre a pagare in questo caso è l’allenatore. Le valutazioni tecniche non le commento, ma le modalità con cui si è consumato il distacco lasciano perplessi».