Corriere dello Sport: “Le mafie nel pallone. Juve Stabia sotto shock”
La decisione del tribunale di porre la Juve Stabia sotto amministrazione giudiziaria segna un nuovo, grave capitolo nel rapporto tra calcio e criminalità organizzata. «Minacce estorsioni connivenze e attentati» sono termini che tornano a ricorrere nel racconto giudiziario di queste settimane, rileva Giorgio Marota per Corriere dello Sport. La misura applicata ai campani — attivata ai sensi dell’articolo 34 del codice antimafia — mira a sottrarre alle proprietà ritenute «influenzate» il controllo gestionale del club per un anno con possibile proroga di sei mesi. Di questo provvedimento, scrive Giorgio Marota su Corriere dello Sport, hanno già fatto le spese Foggia e Crotone.
Le indagini coordinate dalla Direzione nazionale antimafia hanno accertato a Castellammare di Stabia la presenza di persone legate al gruppo degli Imparato che svolgevano ruoli chiave nella sicurezza e nella gestione logistica del club nonostante precedenti per reati di camorra. «Gli spostamenti della squadra delle ambulanze la vendita di bibite e dei biglietti gli steward: tutto era nelle mani della camorra» ha riassunto il procuratore di Napoli, come riportato da Giorgio Marota per Corriere dello Sport., in conferenza stampa. Il quadro emerso parla di una «subordinazione» di ambienti societari a clan come i D’Alessandro e gli Imparato.
L’effetto pratico della nomina di un amministratore giudiziario è profondo: ogni autorizzazione di trasferte acquisti e decisioni operative dovrà passare dal vaglio dell’amministrazione. L’obiettivo non è soltanto la repressione ma una forma di risanamento e «rieducazione» gestionale che impedisca il sequestro de facto delle società da parte della criminalità. Anche il settore giovanile risulta coinvolto secondo le autorità con conseguenze che vanno ben oltre il campo di gioco.
Il timore degli inquirenti è che la punta dell’iceberg appena emersa nasconda una rete più estesa soprattutto nelle serie minori dove la visibilità e i controlli sono inferiori. Il caso Foggia — sotto tutela dopo il pressing di una cosiddetta «quarta mafia» — e il caso Crotone — con legami alla ’ndrangheta — costituiscono avvertimenti concreti sull’allargarsi del fenomeno. Come evidenziato da Giorgio Marota su Corriere dello Sport., la giustizia sportiva sembra orientata più a preservare la continuità sportiva che a infliggere penalizzazioni automatiche ma ogni situazione dovrà essere valutata nel dettaglio dalla Procura FIGC.
Fra le conseguenze pratiche immediate è ipotizzato anche il rinvio della gara casalinga del 29 ottobre contro il Bari se le condizioni di ordine pubblico e gestione non dovessero essere ritenute adeguate. L’amministrazione giudiziaria avrà l’onere di accompagnare il club in un percorso di bonifica che includerà progetti di formazione e sensibilizzazione per calciatori e dipendenti al fine di ricostituire un ambiente libero da condizionamenti illeciti.
La vicenda Juve Stabia rilancia l’allarme su un tema che tocca non solo il mondo delle società di calcio ma l’intero tessuto imprenditoriale che ruota intorno allo sport. Per il Corriere dello Sport e per Giorgio Marota il rischio è che altre società finiscano sotto osservazione giudiziaria se non si interverrà con misure strutturali efficaci per impedire ulteriori infiltrazioni mafiose nel calcio professionistico.
