Antenucci riparte da ds: «La Spal è fallita, ma l’avevo promesso: resto per la mia gente»

FERRARA – Non più la maglia numero 7 addosso, ma giacca e camicia. Mirco Antenucci ha detto addio al calcio giocato, ma non alla Spal e alla sua gente. Dopo il fallimento del club, l’ex attaccante è diventato direttore sportivo della neonata Ars et Labor Ferrara, raccogliendo un’eredità pesante.

«Avevo promesso ai tifosi che sarei rimasto – racconta a La Gazzetta dello Sport –. La categoria non è importante. Questa città è casa mia. Ho scelto di restare per la gente».

L’impatto non è stato semplice: «Ci siamo ritrovati senza allenatore, senza giocatori e persino senza sede ufficiale. In un mese abbiamo costruito la squadra dal nulla. Da calciatore non hai tutte queste responsabilità, da dirigente sì: procuratori, staff, proprietà, riunioni. La testa è sempre al campo».

La nuova avventura è cominciata con entusiasmo: oltre 5mila tifosi hanno seguito la prima di campionato al Mazza. «Non sembrava una partita di Eccellenza. Abbiamo perso 2-1, ma la gente ha dimostrato attaccamento e amore per questa maglia».

Antenucci torna con la memoria ai giorni migliori: «La promozione del 2017, la doppietta alla Samp che ci regalò la salvezza in A. Riuscire a restare nella massima serie al primo anno è stato come vincere lo scudetto. Ho pianto tantissimo la sera dell’addio. Ringrazio la vita per 23 anni di un lavoro che ho amato».

Poi la batosta del fallimento: «Non dipendeva dalla squadra, eppure l’ho vissuto a fine carriera, nella città in cui ho scelto di vivere. È stata dura da accettare».

Ora il futuro si chiama Ars et Labor: «Abbiamo costruito un gruppo giovane con innesti d’esperienza. In panchina c’è Di Benedetto. Siamo in Eccellenza, ma gli avversari contro di noi vorranno sempre vincere. Non dovremo abbassare la guardia».

Gli obiettivi restano concreti: «Non penso troppo oltre. Ragioniamo per step. I tifosi sognano il ritorno tra i professionisti, ma adesso dobbiamo affrontare il campionato. Darò tutto per questo progetto: amore, dedizione e lavoro. Nel calcio come nella vita, l’importante è dare il 100% per non avere rimpianti».