Solo quattro gol su azione da febbraio. Filippi: «Serve tempo, Brunori diventerà un fattore»
Un Palermo solido, aggressivo e già competitivo, ma con un rebus ancora da sciogliere: quello legato al rendimento di Matteo Brunori. Nelle prime due giornate di campionato, il capitano non è riuscito a incidere come in passato, al contrario di Pohjanpalo, già a segno e spesso pericoloso. A spiegare le difficoltà dell’attaccante è Giacomo Filippi, ex tecnico rosanero, intervistato da Salvatore Orifici sul Giornale di Sicilia.
«La posizione in cui gioca non lo aiuta sotto il punto di vista realizzativo – ha dichiarato Filippi a Orifici sulle pagine del Giornale di Sicilia –. Non è più il terminale offensivo, quello che attacca la profondità o che cerca la porta sui cross. Ho visto che sia lo scorso anno che in questo inizio viene utilizzato come seconda punta o trequartista. È normale che si stiano cercando soluzioni diverse per coesistere con Pohjanpalo e renderlo comunque un fattore positivo».
Un ricordo va al Brunori allenato da Filippi, schierato da prima punta tra settembre e dicembre, con 7 gol e 3 assist. «Può giocare anche in coppia con Pohjanpalo, ma è chiaro che l’allenatore lo vede ogni giorno e sa come farli rendere al meglio – ha aggiunto Filippi –. Inzaghi è talmente bravo che troverà certamente la chiave giusta».
Il giudizio complessivo sull’avvio del Palermo resta positivo. «Ho visto tutte le partite e secondo me la squadra è partita bene – ha spiegato ancora Filippi a Salvatore Orifici nel Giornale di Sicilia –. È solida, concede poco e ha subito appena una rete in tre incontri ufficiali. La partenza lascia ben sperare».
Palermo, Brunori non decolla: i dubbi di Inzaghi sul ruolo del capitano
Il tecnico ha poi allargato lo sguardo alla gestione societaria, arrivata dopo il suo addio e l’ingresso del City Football Group. «La società si è mossa in maniera egregia con l’obiettivo della Serie A – ha sottolineato Filippi nell’intervista di Orifici sul Giornale di Sicilia –. Sono stati presi giocatori importanti come Bani, Augello e Gyasi, oltre a un allenatore esperto e vincente come Inzaghi. La squadra è completa in ogni reparto, bisogna avere pazienza e anche un po’ di fortuna affinché tutto si incastri nel modo migliore».
