Palermo, Augello si racconta: «Qui sto bene, il mare, la città e un gruppo vero»

Tommaso Augello si racconta senza maschere nel secondo episodio di RGS Fit, il format che porta i protagonisti del calcio oltre il campo. Il difensore del Palermo, intervistato da Giulia Fazio e Roberto Cammarata, apre le porte alla sua dimensione più personale, tra emozioni, sorrisi e ricordi che hanno segnato la sua carriera.

L’approdo in Sicilia rappresenta una tappa importante del suo percorso. «Sono passato da mare a mare», racconta Augello parlando del trasferimento da Cagliari a Palermo. «A me piace il mare, per cui sono contentissimo di stare qua. È una città bella, storica, con tantissime cose da fare e da vedere. Piano piano la sto conoscendo e sono davvero felice».

Tra i momenti più leggeri dell’intervista, Augello scherza sul suo piede sinistro, vero marchio di fabbrica: «Direbbe lasciami un po’ in pace, usa anche l’altro perché io mi stanco troppo. Tutti i giorni, basta, usa un po’ il destro».

Ma il racconto diventa più intimo quando si torna indietro nel tempo, all’infanzia e ai primi passi nel calcio: «Da bambino volevo sempre giocare a calcio, era una passione incredibile. Dicevo che volevo diventare calciatore, ma in realtà non sapevo nemmeno cosa volesse dire davvero. Mi divertivo, vedevo cosa succedeva».

Un ruolo centrale nella sua vita lo occupa la famiglia, in particolare il fratello maggiore: «Abbiamo un rapporto fantastico. Quando eri piccolo sei anni di differenza sono tanti, poi cresci e le passioni diventano le stesse. È un legame bellissimo, molto forte».

Spazio anche all’amicizia con Pietro Ceccaroni, compagno di squadra e amico fuori dal campo: «Si è creata subito un’amicizia importante, unica. Lui è stato il mio testimone di nozze e io lo sarò per lui. Un rapporto speciale».

Tra le figure che hanno lasciato un segno profondo nel suo percorso, Augello cita senza esitazioni Claudio Ranieri: «Un fuoriclasse di allenatore, ma soprattutto a livello umano qualcosa di eccezionale. Educazione, disponibilità, charme: è un signore del calcio. Ho avuto la fortuna di averlo quasi due anni alla Sampdoria e un anno a Cagliari».

Non manca un passaggio emozionante sul primo gol in Serie A, segnato con la Sampdoria: «È stato un sogno. Ogni volta che segno penso a mio papà che è in cielo. È un’emozione fortissima».