Italia, esame Norvegia: Retegui sfida Haaland, tra assenze e incubi playoff

È una sfida che vale già mezzo Mondiale. L’Italia di Spalletti si prepara ad affrontare la Norvegia di Haaland con una formazione decimata e una qualificazione mondiale da costruire fin dalle prime battute. Come racconta Fabrizio Patania sul Corriere dello Sport, tra i fiordi norvegesi l’obiettivo degli azzurri è evitare un’altra falsa partenza, quella che in passato è costata la partecipazione a Russia 2018 e Qatar 2022.
Dopo la rinuncia di Kean, fermatosi per uno stiramento, toccherà a Retegui guidare l’attacco azzurro. L’italo-argentino, scoperto da Mancini, avrà il difficile compito di reggere il confronto con il bomber del Manchester City. La Norvegia, già a quota 6 punti e con una differenza reti di +7 grazie ai successi su Moldavia (5-0) e Israele (4-2), parte forte.
Emergenza senza fine
La Nazionale arriva all’appuntamento in condizioni precarie. Come ricostruisce Patania sul Corriere dello Sport, nei cinque giorni di lavoro a Coverciano sono arrivate altrettante defezioni: Buongiorno, Acerbi, Locatelli, Gabbia e Kean hanno dovuto alzare bandiera bianca. Il gruppo si è ridotto a 24 convocati, con i ripescaggi d’urgenza di Ranieri e Rugani. A questi si aggiungono gli assenti della prima ora: Calafiori, Politano, Zaccagni, Comuzzo e Leoni.
Neppure i reduci dalla finale di Champions (Bastoni, Barella, Dimarco, Frattesi) sono arrivati col morale alto, appesantiti da una stagione logorante.
Spirito e trappole norvegesi
Più delle individualità conterà l’atteggiamento. Spalletti dovrà contare su spirito di sacrificio, compattezza e concentrazione. La Norvegia non è solo Haaland: ci sono Odegaard (Arsenal), Sørloth (Atletico Madrid), il giovane Nusa (Lipsia), oltre alla fisicità di Thorsby e Berge. Tutti elementi pericolosi soprattutto nei calci piazzati, da sempre punto debole dell’Italia.
Alla luce del contesto, anche un pareggio potrebbe essere considerato un risultato accettabile.
I precedenti che bruciano
Il cammino verso i Mondiali del 2026 (che si disputeranno tra Stati Uniti, Messico e Canada) prevede anche Israele, Estonia e Moldavia nel girone, ma è chiaro che i due scontri con la Norvegia saranno determinanti per il primo posto.
Nel 2017, Ventura cominciò la sua discesa con un pareggio contro la Spagna e il successivo tracollo a Madrid. Mancini, invece, pagò caro gli errori dal dischetto contro la Svizzera e il pari con la Bulgaria nel girone per Qatar 2022. Due precedenti che alimentano la tensione e il timore dell’ennesimo passaggio dai playoff.
L’Italia è al nono posto nel ranking FIFA, la Norvegia al trentottesimo. Ma stasera, in campo, il divario rischia di non vedersi.