Corrado: «Gilardino è l’uomo giusto per il Pisa. Simeone? Solo una suggestione»

Dopo l’addio di Filippo Inzaghi – ufficializzato nelle scorse settimane come nuovo allenatore del Palermo – e salutato da Pisa tra non poche polemiche, il presidente nerazzurro Giuseppe Corrado ha rotto il silenzio con una lunga intervista concessa a Malpensa24, toccando diversi temi chiave del futuro del club toscano: dall’arrivo di Alberto Gilardino alla suggestione Simeone, fino agli obiettivi stagionali e al derby con la Fiorentina.
Sull’arrivo del nuovo tecnico Gilardino, Corrado ha spiegato la scelta con una metafora musicale:
«Abbiamo puntato su un allenatore che avesse le caratteristiche tecniche, di carattere, umane, tattiche giuste per una squadra neopromossa in una categoria che non conosce. Abbiamo valutato e considerato Gilardino per quello che abbiamo esaminato delle sue esperienze in Serie A, che sono state positive per due anni a Genova. Crediamo che Gilardino possa essere, per le doti e le caratteristiche che abbiamo individuato in lui, l’allenatore giusto. E poi, se mi consentite un pezzo di colore, la Serie A è una musica nuova e l’accompagnamento del violino penso che ci stia bene».
Su Giovanni Simeone, Corrado ha chiuso con eleganza, pur lasciando aperto uno spiraglio emotivo:
«Di vero al momento non c’è niente. Devo dire che è una buona suggestione. Simeone senior ha lasciato un segno importante: io che non sono pisano, che non vivevo a Pisa in quell’epoca, mi ricordo di alcuni nomi che hanno contraddistinto quel Pisa. Il figlio è sicuramente un grande giocatore, ha fatto un centinaio di gol in Serie A. Per il Pisa sarebbe davvero una cosa importante, ma è così difficile da perseguire quella strada che oggi, ribadisco, è una suggestione. Una bella suggestione, ma rimane una suggestione per il momento».
Gli obiettivi, chiaramente, restano legati alla salvezza:
«Saremmo presuntuosi se immaginassimo di affrontare il campionato con credenziali diverse. Dobbiamo abituarci a un campionato dove ci sono due leghe interne: 7-8 squadre che si giocheranno il titolo e le coppe, e 6-7 che lotteranno per salvarsi. L’importante per queste ultime è arrivare almeno quartultimi. Vogliamo mantenere ferma la nostra filosofia sportiva, quella di far crescere giovani, creare valore e redistribuirlo. Ma troveremo squadre decisamente di livello superiore. Ci proveremo con il nostro stadio, l’Arena: per tutti non sarà facile venire a giocare lì».
Infine, inevitabile la parentesi sul derby con la Fiorentina:
«Vincere il derby sarebbe una soddisfazione doppia: tre punti e una gioia per la città. Dopo tanti anni, fare un derby e provare a vincerlo sarebbe il massimo dei massimi. Però, se non si vince con la Fiorentina ma se ne vincono due in cambio, io scelgo di vincerne due per la Fiorentina».