Ex Palermo. Barzagli: «Imparo da Baldini, in Under 21 giovani difensori molto interessanti»
Andrea Barzagli (foto Facebook) - Ilovepalermocalcio.com
Campione d’Europa con l’Under 21 nel 2004, campione del mondo nel 2006, otto scudetti in Serie A. Andrea Barzagli avrebbe avuto tutte le credenziali per reclamare un ruolo di rilievo, ma ha scelto la via dell’umiltà: andare “a bottega” da Silvio Baldini per imparare il mestiere di allenatore. Lo racconta Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport, sottolineando come entrambi siano due ex Palermo.
«Per me è tutto nuovo – spiega Barzagli – da calciatore certe dinamiche le conosci, ma in panchina è diverso. Cerchi di essere razionale, ma subentra il lato emotivo. Sto imparando giorno dopo giorno». La chiamata della federazione lo ha convinto ad accettare un ruolo nello staff dell’Under 21: «Non avendo esperienza, avevo bisogno di entrare in un gruppo. Non sarei stato capace di fare subito il primo allenatore».
Come ricorda ancora Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport, Barzagli torna così nel mondo azzurro a vent’anni dal trionfo europeo con l’Under 21. I giovani di oggi? «Sono cambiati fuori dal campo, i cellulari hanno stravolto le abitudini. Ma le dinamiche di crescita sono le stesse: serve avere un obiettivo chiaro, nella vita e nel calcio».
Sul Napoli campione d’Italia, Barzagli non ha dubbi: «Con un allenatore come Conte il rischio di rilassarsi non esiste». E sulla nuova Italia di Gattuso: «Ho visto cattiveria e convinzione, un buon inizio. Credo che anche Rino sia stato contento».
Fondamentale per Barzagli l’apprendistato accanto a Baldini: «Vuole un calcio aggressivo e moderno, ma soprattutto sa avere un contatto diretto con i ragazzi: bisogna incitarli, sgriderli, dargli fiducia. È un insegnamento prezioso». Come sottolinea Alex Frosio sulla Gazzetta dello Sport, l’ex difensore juventino segue con attenzione i giovani centrali dell’Under 21: «Marianucci ha un portamento importante, Chiarodia è molto bravo ma ancora timido, Mane, Leoni e Guarino sono tutti profili interessanti».
Un insegnamento che arriva dalla sua esperienza diretta: «Fare il difensore è un ruolo infame, cresci solo sbagliando e capendo l’errore. L’Italia ha una grande tradizione e anche i migliori, già forti da giovani, sono cresciuti ancora di più con l’esperienza».
