“Arresto cardiaco”: il giocatore non rischia | RITIRO IMMEDIATO DAL CALCIO
Pallone Serie A - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Meglio non rischiare in queste occasioni.
I problemi cardiaci rappresentano uno dei rischi più gravi e temuti nel mondo del calcio. Anche se gli atleti professionisti sono sottoposti a controlli medici accurati, alcune patologie possono rimanere silenti e manifestarsi improvvisamente durante l’attività fisica. Tra i disturbi più comuni ci sono le aritmie, le cardiomiopatie e, nei casi più estremi, arresti cardiaci che possono portare a episodi drammatici in campo.
La natura intensa e continua dello sforzo fisico richiesto dal calcio mette il cuore sotto forte pressione. Le accelerazioni improvvise, gli scatti e i contrasti sollecitano il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di scompensi in soggetti predisposti. Per questo i protocolli di idoneità sportiva sono così rigorosi: elettrocardiogrammi, test da sforzo e monitoraggi periodici cercano di prevenire tragedie improvvise.
Nonostante la prevenzione, la cronaca ha ricordato più volte quanto il cuore resti un punto delicato per chi gioca a livelli professionistici. Alcuni calciatori hanno dovuto ritirarsi precocemente, altri hanno vissuto momenti di paura davanti a migliaia di tifosi. Questi episodi hanno aumentato la consapevolezza e la necessità di avere sempre defibrillatori e personale medico pronti a intervenire a bordo campo.
Accanto all’aspetto fisico, non va trascurata la dimensione psicologica. Un atleta colpito da un problema cardiaco spesso affronta timori profondi sul proprio futuro sportivo e personale. Tornare in campo significa vincere non solo la battaglia medica, ma anche quella mentale: recuperare la fiducia nei propri mezzi e nella sicurezza del proprio cuore diventa parte integrante del percorso di guarigione.
Il ritiro dopo la paura
Bas Dost ha annunciato ufficialmente il ritiro dal calcio a 36 anni, chiudendo una carriera importante segnata da gol e successi. La decisione è arrivata dopo l’arresto cardiaco che lo aveva colpito nel dicembre 2023, durante una partita del NEC Nijmegen contro l’AZ Alkmaar. “Non è così che vuoi lasciare il calcio – ha spiegato – speri sempre di farlo con le tue forze, ma non ci sono riuscito”.
L’attaccante olandese aveva trascorso due settimane in ospedale e si era sottoposto all’impianto di un defibrillatore. Nonostante la voglia di tornare in campo, i medici hanno individuato una miocardite che ha reso impossibile ogni ipotesi di rientro. “Il cardiologo mi ha chiamato a giugno: non potevo rischiare la vita. Ho riflettuto e ho deciso di smettere”, ha raccontato Dost.

Una carriera piena di gol
Il suo nome resterà legato soprattutto allo Sporting Lisbona, dove ha realizzato 93 gol in 117 presenze, diventando un idolo dei tifosi. In precedenza aveva lasciato il segno anche al Wolfsburg e, successivamente, all’Eintracht Francoforte, al Club Brugge, all’Utrecht e infine al NEC Nijmegen.
Bas Dost saluta il calcio con la consapevolezza di aver segnato ovunque abbia giocato. Il rimpianto di non aver potuto scegliere il proprio addio si accompagna però alla serenità di aver messo la salute davanti a tutto, chiudendo una carriera comunque memorabile.
