Come riporta il Corriere dello Sport in un’intervista firmata da Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, l’Italia si prepara alla sfida infrastrutturale di Euro 2032 con un obiettivo chiaro: accelerare la costruzione e la riqualificazione degli stadi. Per riuscirci, il governo ha introdotto la figura del commissario straordinario agli stadi, affidata a Massimo Sessa, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

«Abbiamo previsto ampi poteri per pianificare, coordinare e realizzare gli interventi», spiega Abodi al Corriere dello Sport. «Il commissario potrà agire con poteri sostitutivi, operare in deroga a numerose leggi — escluse quelle penali, antimafia ed europee — e rilasciare un’autorizzazione unica che sostituirà tutti i permessi, consentendo anche espropri. Potrà nominare subcommissari e avvalersi della società Sport e Salute come centrale di committenza».

L’obiettivo, secondo il ministro, è “aprire e chiudere i cantieri” in tempi rapidi, realizzando impianti moderni inseriti in progetti di riqualificazione urbana. «Misureremo il suo operato sulla capacità di far partire i lavori e portare a termine le opere», aggiunge Abodi.

Alla domanda sul perché sia stato scelto Massimo Sessa, il ministro risponde: «È un ingegnere di grande competenza e autorevolezza, tra i maggiori esperti italiani del settore. Il suo mandato durerà sette anni».

Sulla collaborazione con i sindaci, Abodi chiarisce che il commissario manterrà la regia, ma potrà nominare subcommissari locali: «Chi non sarà formalmente subcommissario potrà comunque usufruire dello strumento. È la prima volta che lo Stato mette a disposizione un meccanismo di semplificazione di sistema».

Il ministro spiega poi perché la legge sugli stadi, varata dodici anni fa, non ha prodotto i risultati sperati: «Le norme non bastano se mancano volontà, determinazione e collaborazione. Juventus, Udinese e Atalanta hanno dimostrato che chi vuole fare, riesce a farlo. Negli ultimi due anni ho reso più efficaci le regole, introducendo la possibilità di delocalizzare le compensazioni commerciali e riconoscendo gli stadi come infrastrutture strategiche nazionali».

Per finanziare i nuovi impianti, Abodi annuncia la nascita di un Fondo Equity da 150 milioni di euro, realizzato in collaborazione con il MEF e il MIT, al quale potranno partecipare anche investitori privati: «Sarà uno strumento utile per sostenere i piani economico-finanziari delle iniziative pubblico-private».

Sul tema dei vincoli che rallentano la riqualificazione del Flaminio, Abodi è netto: «Il commissario potrà intervenire anche su questi aspetti. Ma servono progetti concreti, corredati da piani economici asseverati. Il Flaminio non può attendere ancora: deve tornare a essere funzionale e dignitoso».

Quanto alla scelta delle sedi di Euro 2032, il ministro conferma che Roma e Torino sono già pronte, mentre Firenze è finanziata con fondi PNRR. Gli altri stadi saranno selezionati entro ottobre 2026 tra Milano, Bologna, Cagliari, Napoli, Salerno e Palermo. «Ci sono anche altre realtà in movimento — aggiunge Abodi al Corriere dello Sport — come Genova, Verona e Bari. Fuori dalla selezione, invece, vanno avanti i lavori a Venezia, Empoli e Como. Mi sembra un bel cambio di passo, non vi pare?».