“Prendo pillole, sto soffrendo”: choc in serie A, il giocatore si confessa | Carriera rovinata
Pallone Serie A - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Si tratta di un problema serio, che va assolutamente affrontato.
La gestione del dolore è diventata una parte fondamentale della vita di un atleta. Tra partite ravvicinate, allenamenti intensi e pressioni costanti, i calciatori ricorrono spesso agli antidolorifici per restare in campo nonostante acciacchi o infortuni minori. Questi farmaci, se usati con criterio medico, possono aiutare a controllare il dolore e favorire il recupero, ma l’abuso rappresenta un rischio serio e spesso sottovalutato.
Il problema nasce quando l’uso diventa sistematico, trasformandosi in dipendenza fisica o psicologica. In molti casi, i giocatori si sentono costretti a “stringere i denti” per non perdere il posto o per rispondere alle aspettative di club e tifosi. Così gli antidolorifici diventano un modo per mascherare il dolore invece di curarne le cause, con conseguenze potenzialmente gravi per muscoli, articolazioni e organi interni come fegato e reni.
Oltre ai rischi fisici, c’è anche un impatto mentale. L’abitudine a giocare sotto effetto dei farmaci può alterare la percezione del dolore e far perdere il contatto con i limiti del proprio corpo. Quando gli effetti svaniscono, molti atleti sperimentano un crollo fisico ed emotivo, aggravato dal timore di non poter più rendere allo stesso livello.
Negli ultimi anni, federazioni e club hanno iniziato a sensibilizzare i giocatori su un uso più responsabile dei medicinali. L’obiettivo è promuovere una cultura della prevenzione e del recupero, in cui ascoltare il proprio corpo valga più di forzarlo a tutti i costi.
Perotti, una carriera segnata dagli infortuni
Diego Perotti ha vissuto una carriera intensa ma tormentata dagli infortuni. In Italia ha vestito le maglie di Genoa, Roma e Salernitana, conquistando l’affetto dei tifosi ma pagando un prezzo alto sul piano fisico. L’ex attaccante argentino, oggi 37enne, ha raccontato al podcast Calcio Selvaggio di aver sempre dato tutto nonostante i limiti del suo corpo.
“Non posso lamentarmi, ho fatto di tutto per non farmi male”, ha spiegato, aggiungendo però un rimpianto: “Credo che potessi dare molto di più”.

Il problema dell’insonnia e l’uso delle pillole
Perotti ha rivelato una delle cause che, a suo dire, potrebbe aver influito sui tanti infortuni: l’insonnia. “La mia testa andava a duemila, non riuscivo a dormire più di poche ore”, ha raccontato. Il mancato riposo, secondo lui, ha compromesso il recupero muscolare. Per cercare di dormire, l’ex giocatore prendeva una pillola prima di ogni partita.
“Lo facevo per riposare, ma poi in settimana provavo di tutto: meditazione, diete, trattamenti scientifici e non”. Un’abitudine che mostra quanto il bisogno di sollievo fisico e mentale possa spingere un atleta a dipendere dai farmaci pur di reggere la pressione e la fatica di una carriera logorante.
