Federico La Penna: «Mi sono pentito di tutto ciò che dissi agli arbitri». Il fischietto della finale Frosinone–Palermo si racconta
È passato alla storia per aver diretto la controversa finale playoff di Serie B tra Frosinone e Palermo del 2018, segnata dal celebre episodio dei palloni lanciati in campo. Oggi, Federico La Penna si racconta con sincerità e ironia, intervistato insieme ai colleghi Livio Marinelli e Daniele Doveri dalla redazione di Cronache di Spogliatoio, con le domande di Alessandro Siani.
L’arbitro romano ha ripercorso i suoi esordi e le difficoltà di un mestiere spesso frainteso:
«Ho iniziato per sfida e curiosità. Avevo problemi con gli arbitri: giocavo a rugby ed ero problematico, protestavo molto. Il papà di un mio compagno, quando avevo sedici anni, mi disse: “Proverei a farti fare l’arbitro di calcio”. Mi sono pentito di tutto quello che ho detto a un arbitro dal primo fischio. Da giocatore di rugby ho preso cinque giornate di squalifica».
Nel corso dell’intervista, La Penna ha voluto sottolineare le difficoltà che incontrano i direttori di gara nei campionati minori, dove la tensione è spesso esasperata:
«Noi viviamo la parte più bella, ma le difficoltà più grandi si riscontrano nei campi di periferia, dove purtroppo si vivono anche momenti di violenza. Ti abbattono e ti buttano giù, ma dall’altra parte ti danno la forza – anche grazie all’AIA – di andare avanti».
Sul tema dell’errore, l’arbitro ha spiegato il suo metodo per non lasciarsi condizionare:
«Bisogna eliminare subito il pensiero. Ripensarci può portare altri problemi durante la partita. Bisogna resettare e aumentare la concentrazione. Fuori dal campo, invece, bisogna capire perché abbiamo commesso quell’errore. Adesso con la Ref-Cam tutti vedono la nostra posizione e il nostro punto di vista».
Infine, La Penna ha parlato anche della sua vita privata, svelando come la sua famiglia viva con apprensione il suo lavoro:
«La vivono male. Mia moglie, con cui sto da vent’anni, venne a vedermi solo una volta, in una finale di Serie D a Roma. Purtroppo, in quella partita fui vittima di violenza fisica da parte di un tesserato. Da quel momento non ha più voluto assistere a una mia gara, neanche in televisione».
