Gazzetta dello Sport: “Stipendi giù del 25% in caso di retrocessione: svolta nel nuovo contratto collettivo”
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Nel nuovo contratto collettivo firmato tra Lega Serie A e AIC con l’avallo della FIGC è contenuta una clausola destinata a fare storia: in caso di retrocessione, gli stipendi fissi dei calciatori saranno ridotti automaticamente del 25%. A riportarlo è Marco Iaria sulla Gazzetta dello Sport, sottolineando come la norma, valida per i contratti firmati dal 2 settembre 2025, sia una risposta concreta al crollo dei ricavi – soprattutto quelli derivanti dai diritti TV – per le squadre che scendono in B.
Il nuovo accordo, di durata quinquennale, segna una svolta anche sul piano dei rapporti istituzionali. Dopo anni di frizioni tra club e sindacato, culminati nel celebre sciopero del 2011, si arriva finalmente a una soluzione strutturale. «Questo accordo rappresenta un passaggio di grande rilievo per il nostro sistema calcistico», ha dichiarato il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli. «Un’intesa storica che conferma quanto il dialogo tra Lega e AIC sia fondamentale per affrontare le sfide del calcio moderno».
Come spiegato da Marco Iaria nell’approfondimento pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, la nuova norma è contenuta nell’articolo 5.2, comma 7, del testo: «In caso di retrocessione in Serie B, la retribuzione fissa è automaticamente ridotta del 25%, con decorrenza dalla stagione successiva. Resta comunque salva la possibilità di accordi diversi a livello individuale». I club, dunque, potranno sempre negoziare condizioni diverse con i calciatori.
Soddisfazione anche da parte del presidente dell’AIC, Umberto Calcagno: «È il frutto di un dialogo costruttivo tra le componenti nell’ottica degli interessi del sistema. Un passo importante verso la sostenibilità».
Dal punto di vista economico, l’impatto potenziale della misura è significativo. Come ricorda ancora Iaria sulla Gazzetta, lo Spezia – retrocesso nel 2023 – è riuscito a contenere il crollo dei ricavi solo grazie a un taglio netto del monte ingaggi (da 40,4 a 29,6 milioni). In assenza di regole automatiche, le società finora si sono arrangiate con cessioni o risoluzioni contrattuali.
Ma non mancano i dubbi. Sandro Mencucci, AD del Lecce, mette in guardia: «Accettiamo con favore questa norma, ma è anomalo che entri in vigore solo dal prossimo settembre. E attenzione: non vorrei che si usasse l’escamotage di inserire una retribuzione identica anche per la Serie B. Fatta la legge, trovato l’inganno».
Marco Iaria, nella sua analisi per la Gazzetta dello Sport, conclude che la norma, pur rappresentando un progresso evidente, potrà essere efficace solo se accompagnata da controlli e trasparenza nei contratti individuali. Una svolta sulla carta, ma tutta da verificare nella pratica.
