Il sogno di Salvatore Sirigu di riportare il Palermo in Serie A si chiude con un addio. Il contratto che legava il portiere al club rosanero è ufficialmente scaduto e, come riporta Valerio Tripi su Repubblica Palermo, non verrà rinnovato. Una decisione che pesa, probabilmente, anche per l’età del calciatore: 38 anni e una carriera straordinaria alle spalle, ma ormai giunta al crepuscolo.
Sirigu, cresciuto proprio nel settore giovanile del Palermo, ha collezionato 84 presenze in prima squadra e 19 con la Primavera, prima di spiccare il volo verso il calcio internazionale: Paris Saint-Germain, Torino, Genoa, Osasuna, senza dimenticare le 28 presenze in Nazionale e il trionfo a Euro 2021. Come ricorda ancora Valerio Tripi dalle pagine di Repubblica Palermo, il suo arrivo nel 2005 passò quasi inosservato, scoperto solo grazie a un fax inviato per errore all’hotel della stampa con su scritto: «All’attenzione di Rino Foschi».
A Palermo, Sirigu ha vissuto più stagioni da protagonista. Prima da giovane promessa, poi da titolare fisso, protagonista anche nella finale di Coppa Italia del 2011 contro l’Inter. L’allora tecnico Walter Zenga, intervistato da Repubblica e citato da Valerio Tripi, raccontò: «Mi chiamò Luciano Castellini e mi disse: “A Palermo il più forte che hai è Sirigu”. Iniziai a seguirlo e decisi di farlo esordire contro la Lazio. Da lì è cominciato tutto».
Lo scorso anno, a 13 anni da quella finale, il ritorno in rosanero: svincolato dal Torino, Sirigu accettò di fare il terzo portiere in una squadra ambiziosa. Esordì in Coppa Italia nella disfatta contro il Napoli, poi in campionato nel giorno del suo 38° compleanno, con un clean sheet nel 2-0 al Modena. Dopo tre presenze, lasciò il posto in rosa ad Audero, chiudendo la stagione in panchina.
«Ho un sogno: riportare il Palermo in Serie A», aveva dichiarato Sirigu pochi giorni fa. Quel sogno, scrive ancora Valerio Tripi su Repubblica Palermo, resta irrealizzato. Ma c’è ancora un’altra speranza nel cuore del portiere: il Cagliari, la sua Sardegna, «che per me vuol dire tutto».
