“Voglio fare meglio di Berlusconi”: Milan, parla il NUOVO PRESIDENTE | La verità sulla cessione

Adriano Galliani/ fonte Lapresse- ilovepalermocalcio.com

L’intento è dei più nobili, ma sarà molto complicato.

L’esperienza di Silvio Berlusconi al Milan ha rappresentato una delle pagine più straordinarie della storia del calcio italiano e mondiale. Quando nel 1986 acquistò la società, il club era in difficoltà economiche e sportive, reduce da anni complicati e dalla Serie B. Con il suo arrivo iniziò una nuova era: Berlusconi investì risorse, idee e passione, trasformando il Milan in un modello di successo sportivo e gestionale.

Sotto la sua guida, il club divenne una vera e propria potenza globale. Con allenatori come Arrigo Sacchi e Fabio Capello, i rossoneri imposero un calcio moderno, spettacolare e vincente, conquistando scudetti, Coppe dei Campioni e trofei internazionali. La squadra degli olandesi Gullit, Rijkaard e Van Basten divenne un simbolo di eleganza e potenza, capace di dominare in Europa e di riscrivere le regole del gioco.

Negli anni 2000, con l’arrivo di Carlo Ancelotti, il Milan tornò a brillare grazie a campioni come Maldini, Pirlo, Kaká e Shevchenko, conquistando due Champions League e consolidando la propria leggenda. Berlusconi non fu solo un presidente, ma anche un comunicatore abile, capace di unire carisma e ambizione, rendendo il Milan una famiglia prima che un’azienda.

Il suo addio nel 2017, dopo oltre trent’anni, segnò la fine di un’epoca irripetibile. Con lui il Milan vinse 29 trofei ufficiali, portando il nome del club e dell’Italia in cima al mondo. L’eredità di Berlusconi resta quella di un presidente che ha cambiato per sempre il modo di intendere il calcio.

La sfida di guidare il Milan

«Essere proprietario del Milan è probabilmente la cosa più difficile che io abbia mai fatto»: così Gerry Cardinale, numero uno del club rossonero dal 2022 tramite il fondo RedBird Capital, ha raccontato la sua esperienza nel podcast americano The Varsity.

Il manager statunitense ha parlato di un ambiente complesso ma stimolante, sottolineando come il Milan sia tornato positivo nel flusso di cassa per la prima volta in 17 anni. «Non tengo quei soldi per me – ha spiegato – li reinvesto nella squadra. Stiamo costruendo un nuovo stadio per trasformare il profilo finanziario del club».

Il Milan vuole Rabiot
Il Milan tratta Rabiot (LaPresse) – Ilovepalermocalcio.it

Il modello economico e la visione globale

Cardinale ha poi riflettuto sulla concorrenza della Premier League, definendola «un buco nero economico che drena ricchezza dall’Europa». Pur riconoscendo la competitività della Serie A, ha denunciato la difficoltà di valorizzarla sul piano internazionale. «Nessuno vuole vedere Cagliari-Lecce in America, e questo è un problema. La competizione è l’essenza dello sport, ma non viene premiata economicamente».

Cardinale ha chiarito una sua frase discussa su Silvio Berlusconi: «Ho detto che vorrei essere Berlusconi 2.0 e la mia PR è impazzita. Intendevo dire che voglio innovare come fecero lui o Steinbrenner ai loro tempi. Solo che oggi – ha concluso – servono nuovi modi per farlo».