Tragedia in autostrada: squadra aggredita dai tifosi | C’è una vittima, si ferma subito il Campionato
Pallone Serie A - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
I tifosi non hanno preso bene gli ultimi risultati.
Il rapporto tra ultras e squadra, da sempre fondato su passione e appartenenza, può diventare fragile nei momenti di crisi. Quando i risultati non arrivano, la curva – cuore pulsante del tifo – smette di essere solo sostegno e diventa anche giudice severo. Gli ultras pretendono impegno, identità e rispetto per la maglia, e quando percepiscono distacco o scarso attaccamento, il legame si incrina rapidamente.
Le contestazioni, a volte rumorose e dirette, nascono spesso dal desiderio di “scuotere” l’ambiente più che di distruggere. Tuttavia, il confine tra critica e tensione è sottile. In alcuni casi i tifosi cercano un confronto con i giocatori, chiedendo spiegazioni per prestazioni deludenti o atteggiamenti considerati poco degni della storia del club. È in questi momenti che il dialogo, se gestito con equilibrio, può evitare una frattura insanabile.
Dal punto di vista dei calciatori, non è semplice reggere la pressione di una tifoseria che pretende sempre il massimo. Molti faticano a comprendere il linguaggio passionale delle curve, e le incomprensioni possono alimentare il distacco emotivo. Quando la squadra avverte ostilità anche in casa propria, il clima si fa pesante e il rendimento in campo ne risente inevitabilmente.
Superare queste tensioni richiede responsabilità da entrambe le parti. I tifosi devono ricordare che la spinta positiva può cambiare una stagione, mentre la squadra deve mostrare orgoglio e trasparenza. Solo ritrovando una sintonia autentica, fatta di rispetto e sacrificio reciproco, si può ricostruire quell’unità che è da sempre la vera forza di ogni club.
Omicidio volontario
La Procura della Repubblica di Rieti ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario in merito all’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket, avvenuto domenica 19 ottobre lungo la superstrada Rieti-Terni. Nell’aggressione, condotta con il lancio di sassi e mattoni, ha perso la vita Raffaele Marianella, autista del mezzo, che sarebbe andato in pensione tra un mese. Al momento non ci sono indagati, ma tre persone sono al vaglio e non si escludono fermi nelle prossime ore.
Gli investigatori hanno ascoltato una decina di tifosi del Sebastiani Basket, presenti al momento dei fatti. La Polizia di Stato è al lavoro per ricostruire la dinamica dell’aggressione e individuare i responsabili. La salma di Marianella è stata trasferita all’ospedale di Rieti, a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia.

Cordoglio e indignazione
La tragedia ha scosso profondamente il mondo del basket e dello sport italiano. Il ministro Andrea Abodi ha parlato su X di “un atto sconvolgente, compiuto da criminali che non possono essere definiti tifosi”, esprimendo cordoglio alla famiglia della vittima.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito l’episodio “un gesto vigliacco e folle”, assicurando che i responsabili saranno presto consegnati alla giustizia. Dura anche la Cgil, che ha parlato di “atto criminale contro il mondo del lavoro”, manifestando solidarietà ai familiari di Marianella e ai tifosi del Pistoia Basket coinvolti nell’aggressione.
