Repubblica: “Palermo, la folla dei 350 mila per il Festino. Fischiato il sindaco”

Un fiume umano nel cuore della città, luci che fendono le tenebre, parole che vibrano nei cuori. Il Festino numero 401 ha ridato voce a Palermo, quella più vera, quella che trema ma non tace. Come raccontano Claudia Brunetto e Tullio Filippone su la Repubblica Palermo, oltre 350mila persone si sono riversate sul Cassaro per inseguire la bellezza, guidate dalla Santuzza.

Lo spettacolo ha avuto inizio davanti alla facciata di Palazzo Reale, con il videomapping che ha trasformato le pietre in immagini simboliche. Tra le ombre, è calata la Morte, interpretata da Vincenzo Pirrotta. Ai Quattro Canti, la folla si accalcava in attesa del carro trionfale. «Siamo venuti dall’America per questo evento», racconta Mark, da New York. Ma al grido del sindaco Lagalla, «Viva Palermo e Santa Rosalia», sono piovuti fischi.

Un segnale forte, che non ha però spento l’incanto. Come sottolineano Brunetto e Filippone su la Repubblica Palermo, Palermo è tornata a parlarsi attraverso simboli e immagini. Simona Malato, nei panni della città, dialoga con la Morte: «Io tremo di bellezza. Io sono la bellezza». E la folla segue, in silenzio o in coro, tra balconi adornati e coroncine di rose.

In cattedrale, la maestosa statua di Santa Rosalia – alta dieci metri – commuove bambini e adulti. «Tutto è possibile stasera», sussurra Elisa in braccio alla madre. Sui volti, la speranza di una città che chiede pace, dopo mesi segnati da violenza e tensione. La notte dei miracoli diventa anche notte di preghiera. Sul sagrato, l’arcivescovo Lorefice legge una lettera dei familiari di Sara Campanella, studentessa uccisa a Messina: «Troppe donne vengono dimenticate dopo la morte. Non vogliamo che Sara sia una di loro».

Poi, davanti a una folla silenziosa, aggiunge: «Rosalia amatissima, sii voce di tutte le donne vittime di violenza e femminicidio». E il suo grido si fa potente: «Mi amo troppo per stare con chiunque», era il motto di Sara. Alcune giovani si commuovono, piangono. Poi, il Padre Nostro, e l’urlo collettivo: «Viva Santa Rosalia».

Come riportano ancora Brunetto e Filippone su la Repubblica Palermo, quest’edizione del Festino è stata la più blindata di sempre: oltre mille agenti, strade chiuse, sicurezza ai massimi livelli. Domani il sindaco Lagalla sarà a Roma con Manfredi e altri colleghi per incontrare il ministro Piantedosi e affrontare l’emergenza sicurezza. «Serve un salto di qualità», dichiara Lagalla. Anche il presidente della Regione Schifani ha chiesto un incontro al Viminale: «C’è bisogno di meno delinquenza».

Intanto, il corteo continua. Il carro del Genio di Palermo, interpretato da Vincenzo Ferrera, si ferma davanti a Palazzo Riso, nuova tappa di questa narrazione per immagini. Dai balconi stracolmi, continua il grido: «Viva Santa Rosalia». Anche il regista Pif, tra la folla, riprende ogni istante.

Dalle tenebre iniziali si è fatta strada la luce. E Palermo capisce, ancora una volta, che solo unita può salvarsi. Nel nome della Santuzza. E nel segno della bellezza.