Reggiana, la furia di Salerno dopo il KO col Cosenza: «Basta figuracce, abbiamo resuscitato gli avversari»

La sconfitta contro il Cosenza ha fatto esplodere la rabbia del presidente della Reggiana, Carmelo Salerno, che in un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino ha puntato il dito contro squadra, allenatore e dirigenza. Parole dure, quelle del numero uno granata, che suonano come un ultimatum in vista delle ultime nove giornate di campionato.

«Non è possibile rovinare tutto così», ha esordito Salerno, riferendosi alla prestazione offerta a Cosenza. «Quello che è successo è inaccettabile. È giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità: direttore sportivo, allenatore e giocatori. Siamo tutti in discussione. Ci sono ancora nove gare, e sei di queste le giocheremo praticamente in casa. Dobbiamo resettare tutto e andare avanti con l’aiuto dei tifosi, ai quali chiedo di stare vicino alla squadra fino al nove maggio. Dopo sarà tempo di processi».

Una presa di posizione netta, frutto anche della delusione per i recenti risultati che hanno complicato la corsa alla salvezza: «Abbiamo resuscitato il Südtirol, il Cittadella e in un certo senso pure il Modena, che non vinceva a Reggio da 74 anni. Società, città e tifosi non possono più sopportare figure del genere”, ha aggiunto il presidente. “Non mi spiego questi crolli nelle gare importanti, ma è chiaro che senza cattiveria agonistica e determinazione diventa difficile. Una squadra che vuole salvarsi deve avere un’altra mentalità, è inutile girarci attorno».

Salerno ha poi affrontato un tema spesso dibattuto, quello del carattere della squadra: «Spesso mi dicono che il carattere non si allena e non si insegna, ma non sono d’accordo. Ognuno di noi può trasmettere qualcosa a chi gli sta accanto», sottolineando come serva un cambio di atteggiamento da parte di tutti.

Sul futuro di Viali: «Nella nostra gestione non abbiamo mai operato un esonero in corso d’opera. Viali è un mister capace e ha trasmesso anche cose importanti al gruppo, ma adesso non possiamo più sbagliare. Lo ribadisco: siamo tutti in discussione e dobbiamo fare tutti qualcosa di diverso, perché così non basta».