Il Secolo: “Barricate Palermo. I rosanero si difendono soltanto, la Samp perde al Barbera”
Il Palermo rispetta il pronostico, ma lo fa soffrendo fino all’ultimo secondo. Al Barbera arriva la terza vittoria consecutiva, pesantissima per la classifica e per il morale, ma maturata tutta nella propria metà campo, con Inzaghi tarantolato a bordo campo e un sospiro di sollievo al triplice fischio. Come racconta Damiano Basso sul Secolo XIX di Genova, il successo rosanero certifica il momento positivo, ma restituisce anche l’immagine di una Sampdoria tutt’altro che rassegnata.
Il messaggio lanciato dai blucerchiati è chiaro: la squadra è viva. C’è. E l’idea di calcio di Lillo Foti comincia a intravedersi, anche se il percorso passerà inevitabilmente dalle prossime due gare, Padova in trasferta e Reggiana in casa, e dal mercato di gennaio. Un concetto sottolineato più volte da Damiano Basso sulle colonne del Secolo XIX, che legge nella prestazione di Palermo segnali incoraggianti nonostante la sconfitta.
Foti, squalificato, segue la partita dalla tribuna stampa accanto ai match analyst. Recupera Abildgaard dopo oltre un mese e mezzo e lo riposiziona da difensore centrale, con Hadzikadunic a destra e Venuti adattato a sinistra nella linea a tre. In mezzo gioca Benedetti, davanti la coppia Pafundi-Coda. In casa Palermo, invece, Inzaghi conferma per la terza gara consecutiva – primato personale – lo stesso undici che aveva battuto Carrarese ed Empoli, con Pohjanpalo terminale offensivo supportato da Palumbo e Le Douaron. Scelte che Damiano Basso del Secolo XIX analizza come coerenti con l’identità delle due squadre.
Contorno particolare sugli spalti: assenti l’investitore Tey, il plenipotenziario Walker e il presidente Manfredi. Presenti invece dodici tifosi blucerchiati residenti fuori Liguria, inizialmente destinati al settore ospiti poi chiuso, e sistemati in tribuna coperta tra i tifosi del Palermo, in un clima tutt’altro che ideale vista la rivalità.
Il Palermo parte forte e mette subito sotto pressione la Sampdoria. La fase di non possesso blucerchiata regge fino al 24’, quando Ghidotti salva con la punta delle dita su Ranocchia. È il momento migliore dei rosanero, che trovano il gol poco dopo, però, non su azione manovrata ma in ripartenza: Ranocchia anticipa Coda al limite, avvia il contropiede, tacco di Pohjanpalo, verticalizzazione di Palumbo e destro vincente di Le Douaron su una marcatura morbida di Abildgaard. Tredici secondi e tre tocchi per sbloccare la gara, come ricostruisce Damiano Basso sul Secolo XIX di Genova.
La Sampdoria incassa e reagisce. Conquista punizioni, alza il baricentro e va vicino al pari con un colpo di testa di Coda su cross di Henderson. Chiude il primo tempo sotto di un gol, ma avanti nel possesso palla. I numeri, però, sono impietosi: 12 tiri a 3 per il Palermo.
La ripresa è più spezzettata, ricca di falli e con poche conclusioni. Ghidotti salva su Ceccaroni, Abildgaard mura Palumbo, poi i due allenatori muovono le panchine. Foti ridisegna la Samp con Cherubini, Barak, Pedrola e Ricci, passando a un assetto più offensivo. Proprio Pedrola, al 35’, accende il Barbera con uno slalom dei suoi, ma calcia alto. Nel finale la Samp attacca a testa bassa, sotto i fischi timorosi del pubblico di casa, ma il muro rosanero regge.
Il Palermo vince e resta agganciato alla zona promozione, la Sampdoria perde ma mostra segnali di crescita. Una partita sofferta, intensa, nervosa, che – come conclude Damiano Basso sul Secolo XIX – lascia aperti scenari opposti ma ancora tutti da scrivere.
