La crisi d’identità del Palermo ha molti sintomi, ma uno in particolare accende l’allarme tra i tifosi: l’involuzione offensiva. Come sottolinea Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, i numeri parlano chiaro: 15 gol in 12 partite, una media di 1,25 a gara. Troppo poco per una squadra che può contare su giocatori del calibro di Pohjanpalo, Brunori e Le Douaron. Il problema, però, non è solo degli attaccanti: a mancare è la costruzione della manovra, diventata prevedibile e priva di incisività.
La cinquina rifilata al Pescara sembrava poter segnare la svolta, ma la pesante sconfitta di Castellammare di Stabia ha confermato i limiti strutturali del gruppo. Come riporta il Giornale di Sicilia, il passaggio dal 3-4-2-1 al 3-5-2 non ha risolto le difficoltà, che sono tanto tattiche quanto mentali. Il Palermo ha perso tre delle ultime quattro gare, scivolando dal vertice al sesto posto, e il gioco di Inzaghi si è appiattito sulle corsie laterali: 14 dei 15 gol sono nati da cross o rimesse laterali, con un solo gol su azione centrale, quello dello 0-2 sul campo del Südtirol firmato da Palumbo e Pohjanpalo.
Un tempo la squadra reagiva con carattere: contro Reggiana, Frosinone, Südtirol e Bari aveva mostrato personalità e capacità di ribaltare i momenti difficili. Ma oggi, come scrive ancora Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, quello spirito sembra essersi dissolto. A parte la rimonta di Cesena e qualche guizzo contro Spezia e Pescara, i rosanero appaiono privi di energia e fiducia.
Il dato sui gol è impietoso: tra le prime dieci in classifica, il Palermo è penultimo per reti segnate, davanti solo alla Juve Stabia (13 gol, ma con una gara in meno). Cinque partite su dodici concluse senza segnare — Frosinone, Venezia, Catanzaro, Monza e ancora Juve Stabia — fotografano un’emergenza evidente. Pohjanpalo ha segnato quattro volte, Brunori e Le Douaron una ciascuno, Corona è ancora a secco.
Anche la regia fatica: Palumbo non ha ancora trovato la posizione ideale, spostato da Inzaghi dalla trequarti alla mediana; Ranocchia alterna prestazioni discrete ad altre opache, come quella del “Menti”; i braccetti non spingono più e gli esterni, pur macinando cross, raramente li trasformano in occasioni pericolose. A Castellammare, i traversoni di Augello sono stati sistematicamente neutralizzati da Confente.
Il quadro dei tiri completa la diagnosi. Come evidenzia Alessandro Arena nel Giornale di Sicilia, nelle prime quattro giornate il Palermo aveva totalizzato 75 conclusioni (29 nello specchio), scese poi a 90 tra la quinta e la dodicesima, ma solo 26 dirette verso la porta. Dopo una media iniziale di 19 tiri a partita, 7 dei quali nello specchio, i rosanero sono crollati a 11 tentativi complessivi e 3,5 in porta. Il punto più basso? Il match contro il Venezia, con appena tre tiri totali e uno nello specchio.
Uno spettacolo deludente, che chiama in causa giocatori e staff tecnico. Da questo scenario dovrà ripartire Inzaghi, cercando soluzioni non temporanee ma durature, per restituire identità e concretezza a un Palermo che, oggi più che mai, deve ritrovare il gusto del gol.
