Niente Nigeria: “SCELGO GLI AZZURRI” | Il c.t. ringrazia, ha voluto fortemente la maglia italiana
Nazionale - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
È lunga la storia degli oriundi in nazionale.
Il tema degli oriundi in Nazionale italiana accompagna la storia del calcio azzurro da decenni e continua a generare dibattiti tra tifosi e addetti ai lavori. Per oriundi si intendono quei calciatori nati all’estero ma con radici familiari italiane, o che hanno acquisito la cittadinanza grazie a un percorso di integrazione nel nostro Paese. La loro presenza solleva spesso interrogativi legati all’identità, al senso di appartenenza e al valore della maglia azzurra.
Da un lato, c’è chi considera gli oriundi una risorsa preziosa: calciatori formati in scuole calcistiche differenti portano nuove idee, approcci tecnici e caratteristiche fisiche che arricchiscono la squadra. Inoltre, in un’epoca di globalizzazione e migrazioni, il concetto di “italianità” si è ampliato, comprendendo anche chi ha origini e legami culturali con l’Italia pur non essendoci nato.
Dall’altro lato, non mancano le critiche. Alcuni sostengono che convocare giocatori cresciuti altrove possa togliere spazio ai giovani formati nei vivai italiani, rallentando il ricambio generazionale. Altri vedono negli oriundi una forzatura rispetto al significato tradizionale della Nazionale, percepita storicamente come l’espressione diretta del talento calcistico nato e sviluppato nel Paese.
La verità probabilmente sta nel mezzo: la presenza di oriundi può rappresentare un valore aggiunto, a patto che ci sia un reale legame con la maglia e una scelta convinta da parte del giocatore. In definitiva, ciò che conta è la qualità e la dedizione con cui un calciatore scende in campo, indipendentemente dal luogo di nascita.
Un talento cosmopolita
Nato a Norwalk, in Connecticut, Luca Koleosho ha attraversato più identità calcistiche prima di stabilizzarsi nella Nazionale italiana. Dopo le esperienze con le giovanili degli Stati Uniti e del Canada, l’attaccante ha scelto l’azzurro. La sua crescita è avvenuta in Spagna, nel settore giovanile dell’Espanyol, lontano dai riflettori della più celebre cantera del Barcellona. Oggi gioca in prima squadra in Catalogna, in prestito dal Burnley, che lo aveva acquistato due anni fa per 3 milioni.
Il suo percorso è reso ancora più singolare dal fatto di possedere quattro passaporti: statunitense, canadese, italiano e nigeriano, la nazionalità del padre. Eppure, in Italia non ha mai giocato se non con la maglia azzurra, diventata il simbolo della sua maturazione.

Obiettivi e maturità in azzurro
Koleosho ha già raccolto presenze e gol con l’Under 21, nonostante sia sotto età. Gli obiettivi futuri sono chiari: puntare a Europeo e Olimpiade, traguardi che considera motivazioni fondamentali per continuare a crescere.
Il giocatore si definisce più maturo rispetto al passato, ma resta fedele ai suoi punti di forza: velocità e dribbling. Con il presente legato alla Spagna e lo sguardo rivolto alla Nazionale, Koleosho celebra oggi i suoi 21 anni con l’ambizione di affermarsi definitivamente.
