Jeremy Le Douaron: «Palermo come Marsiglia. Cosa mi ha convinto del progetto»

Nel cuore di una stagione che si preannuncia incandescente, il Palermo si affida anche alla determinazione di Jeremy Le Douaron, l’attaccante francese arrivato con la voglia di mettersi alla prova in un campionato complesso come la Serie B. Con un investimento importante sulle spalle e una mentalità votata al sacrificio, il classe ’97 si è già fatto apprezzare per la sua duttilità, il lavoro di squadra e l’adattamento a un contesto tattico ben diverso da quello vissuto in Ligue 1.
Intervistato da Paolo Vannini per il Corriere dello Sport, Le Douaron non ha dubbi: il Palermo è un progetto ambizioso, una piazza calda e appassionata che ricorda Marsiglia per il suo entusiasmo. E mentre la squadra rosanero lotta per un piazzamento playoff, lui è pronto a giocarsi le sue carte in un reparto offensivo competitivo, dove ogni presenza va conquistata sul campo. Con l’energia della città e il sostegno dei tifosi, il finale di stagione si prospetta avvincente.
Jeremy buongiorno, lei risponde in francese ma ormai capisce bene l’italiano.
«Studio la lingua da quando sono arrivato, lo faccio non solo per integrarmi al massimo coi compagni ma perché è importante conoscere una cultura diversa, La stessa cosa avviene in Francia quando arrivano calciatori stranieri e questo aiuta il rendimento delle squadre».
Però il suo arrivo è stato facilitato dalla presenza di tanti altri suoi connazionali in rosanero.
«Sì, Gomis, Gomes, Diakitè, Henry e Alexis Blin che conoscevo da prima mi hanno aiutato ad adattarmi. Ma il vero motivo della mia scelta è stata proprio Palermo».
Cioè?
«Ho subito percepito un fervore che raramente si vede in Francia. Mi piace paragonare Palermo a Marsiglia, lì c’è la stessa ambizione. La città vive di calcio, tutti vogliono la serie A, in ogni partita l’atmosfera allo stadio è incredibile. Il clima è stupendo, faccio lunghe passeggiate in riva al mare e per conoscere le tante opere architettoniche del luogo. In più il club alle spalle è ambizioso, come me, e mi ha convinto col suo progetto».
Ci racconti un Jeremy inedito.
«Ho iniziato a giocare da piccolissimo, avevo 5 anni, e amavo il calcio. Sono circondato da una famiglia che mi supporta, per ora vivo solo perché la mia fidanzata è rimasta in Francia a studiare ma conto che mi raggiunga presto. Professionalmente, ho girato tante squadre della Bretagna ma dopo gli anni bellissimi al Brest ho deciso che era tempo di fare un’esperienza diversa. E Palermo offre qualcosa di straordinario».