Dott. Castellacci: «Gattuso scelta intelligente. Vi racconto due aneddoti sul suo amore per l’Italia»

Enrico Castellacci, medico della Nazionale italiana dal 2004 al 2018, ha commentato la nomina di Rino Gattuso come nuovo commissario tecnico dell’Italia in un’intervista rilasciata a Tuttosport. Tra riflessioni personali e aneddoti inediti, il dottore ha elogiato sia la scelta della FIGC che l’attaccamento viscerale dell’ex centrocampista alla maglia azzurra.
«Rino è un personaggio raro: di grande sensibilità e generosità, nonostante abbia un carattere molto forte. Non per nulla lo chiamano Ringhio, no? Questo carattere gli permette di superare gli ostacoli anche più difficili. Per me la scelta è stata intelligente. La FIGC si affida a una persona preparata dal punto di vista tecnico e che può porre l’accento su quel senso di appartenenza al quale ci siamo richiamati spesso dopo le ultime vicende della Nazionale».
Alla domanda se «appartenenza» sia la parola chiave per ripartire, Castellacci ha risposto: «Chi, come me, è stato per tantissimi anni nella Nazionale può capire cosa voglia dire avere sulla pelle quella maglia. Figuriamoci uno come Rino, passionale com’è. Il suo legame con l’Azzurro è fortissimo. Potrei raccontare mille aneddoti».
Due episodi, in particolare, testimoniano la tempra di Gattuso. «Forse pochi si ricordano quando, a margine di una partitella nel 2008, cadde nel pozzetto dove si trovava la panchina e si spaccò tutte le ossa della mano. Ho ancora in mente quest’immagine mostruosa delle dita tutte lussate. Lui non si scompose e disse: “Andiamo subito in ospedale, operami subito doc”. Questa è la sua forza: la voglia di ricominciare al più presto».
Poi il ricordo di Germania 2006: «Il giorno prima della partenza per Duisburg, Rino si procurò una brutta lesione al muscolo vasto mediale. Faceva finta di nulla pur di non essere rispedito a casa. Era nel letto, copriva la gamba con un lenzuolo… “Cosa nascondi, Rino? Fa’ vedere!”. Disastro… Lippi mi chiese se ci fossero speranze di recupero. Dissi che per qualsiasi altro giocatore avrei suggerito la non convocazione, ma che l’unico in grado di superare quell’infortunio era lui. Rino disse che se non l’avessimo convocato si sarebbe aggrappato al pullman. Ebbene, lavorando 12-14 ore al giorno riuscì a fare un Mondiale incredibile dopo aver saltato solo una partita».
Infine, Castellacci ha commentato lo stato d’animo attuale del neo ct: «Posso sottolineare innanzitutto che lui affronta con un entusiasmo incredibile qualsiasi incarico. Nello specifico, beh: Rino è così legato alla Nazionale… Posso solo immaginare cosa deve aver provato nel momento in cui gli hanno detto che sarebbe diventato ct. Magari non si sbottonerà più di tanto e sarà sempre con il viso truce, ma è così: in questi giorni la sua felicità è immensa».