Migliaia di palle di stracci, le «pelotas de trapo» care al cuore di Papa Francesco, hanno continuato simbolicamente a rotolare ieri nei cortili, nelle strade e nelle piazze d’Italia. In quei luoghi improvvisati che per il Pontefice, come per ogni argentino, sono i “potreri”: campetti spontanei, dove bastano un pallone rammendato e due ciabatte per i pali per dare felicità ai bambini. Mentre il calcio professionistico si è fermato in segno di lutto per la scomparsa di Bergoglio, quello autentico ha continuato a vivere nella sua forma più pura.

Il Corriere dello Sport, attraverso le parole di Giorgio Marota, restituisce una fotografia intensa del silenzio che ha avvolto il mondo del pallone nel giorno di Pasquetta. Nessun gol, nessun boato, solo una lunga preghiera. Alle 10:30 è arrivata la decisione della Lega Serie A: sospese Torino-Udinese, Cagliari-Fiorentina, Genoa-Lazio e Parma-Juventus. Poco dopo, la Figc ha esteso il blocco a ogni categoria: dalla Serie A ai Dilettanti.

Il presidente federale Gabriele Gravina ha omaggiato Francesco definendolo «un grande esempio di carità cristiana e di dignità nella sofferenza», sottolineando la sua attenzione verso lo sport e il calcio in particolare. Da oggi ogni gara comincerà con un minuto di silenzio per ricordarlo.
I recuperi delle gare sospese

La gestione del calendario non è stata semplice. Molte squadre, come Juventus, Fiorentina, Lazio e Udinese, avevano già lasciato le sedi delle rispettive partite. La Viola, ad esempio, era già in aeroporto quando la Lega ha comunicato che si sarebbe tornati in campo mercoledì alle 18:30. Una decisione improvvisa, accolta con disappunto — come evidenziato da un comunicato ufficiale della Lazio — ma ritenuta necessaria per non alterare il calendario della corsa Champions.

Anche il girone B della Lega Pro, anch’esso fermo per lutto, tornerà in campo mercoledì. La Serie B, invece, ha optato per un recupero posticipato: le partite della 34ª giornata slittano al 13 maggio, per evitare sovrapposizioni con il turno già previsto per venerdì.
Il mondo del calcio in lutto

Numerosi i messaggi di cordoglio: da Leo Messi, che ha ricordato «il suo modo di rendere il mondo un posto migliore», a Javier Zanetti, che ha parlato del «legame speciale» tra Papa Francesco e la sua famiglia. Aleksander Ceferin, presidente UEFA, ha definito il Pontefice «un faro di speranza», mentre per Gianni Infantino della FIFA, «aveva colto la forza unificatrice del calcio».

Anche campioni come Totti, Buffon, Dybala e Mourinho hanno espresso pubblicamente la loro commozione. In Argentina, il club del cuore di Francesco, il San Lorenzo, ha annunciato l’intenzione di intitolargli lo stadio. Un omaggio alla sua fede, alla sua umanità e alla sua infinita passione per il pallone.