Arresto per violenza a Milano, il club è sotto choc | Le parole del rossonero… dal carcere

Allegri

Allegri - fonte lapresse - ilovepalermocalcio

Una notizia che sta facendo molto discutere.

La violenza sulle donne rappresenta una delle piaghe più gravi e persistenti della nostra società. Non si tratta solo di un problema privato o familiare, ma di una questione culturale e sociale che coinvolge tutti. Ogni giorno, in ogni parte del mondo, migliaia di donne subiscono abusi fisici, psicologici o economici, spesso da parte di persone che dichiarano di amarle. Questa contraddizione rivela quanto la violenza sia radicata in modelli di potere e controllo che ancora oggi resistono al cambiamento.

Contrastare la violenza di genere significa innanzitutto riconoscerla. Troppo spesso le vittime restano in silenzio per paura, vergogna o mancanza di fiducia nelle istituzioni. Serve un impegno collettivo per creare un clima di ascolto, sostegno e protezione, in cui le donne possano sentirsi libere di denunciare senza temere giudizi o ritorsioni. Le leggi ci sono, ma devono essere applicate con rigore e accompagnate da una rete di servizi efficienti e accessibili.

L’educazione gioca un ruolo fondamentale. Solo promuovendo il rispetto reciproco, la parità e l’empatia fin dall’infanzia si può costruire una cultura capace di prevenire la violenza prima che si manifesti. Le scuole, i media e le famiglie hanno il dovere di diffondere messaggi positivi e di decostruire gli stereotipi che alimentano discriminazione e prevaricazione.

Ogni gesto di solidarietà può fare la differenza. Ascoltare, credere e sostenere una donna in difficoltà significa contribuire concretamente a spezzare il ciclo della violenza. Solo unendo le forze — istituzioni, cittadini e comunità — sarà possibile garantire alle donne ciò che spetta loro di diritto: rispetto, libertà e sicurezza.

Robinho si racconta dal carcere

L’ex fuoriclasse brasiliano Robinho è tornato a far parlare di sé dopo la diffusione di un video registrato nella prigione di Tremembé, nello Stato di San Paolo, dove è detenuto dal marzo 2024. Le immagini, pubblicate dal Consiglio Comunitario di Taubaté, mostrano l’ex attaccante di Santos, Real Madrid e Milan mentre racconta la sua quotidianità all’interno del penitenziario, noto per ospitare detenuti di alto profilo e spesso accusato di offrire trattamenti di favore.

Nel filmato, Robinho smentisce ogni privilegio: “La mia dieta e i miei orari di sonno sono uguali a quelli di tutti gli altri. Non ho mai ricevuto cibo diverso né un trattamento speciale. È difficile stare in carcere, ma grazie a Dio mantengo la calma”. Il brasiliano, che fu allenato da Massimiliano Allegri nelle stagioni 2011, 2012 e 2013 al Milan, afferma di affrontare con serenità la vita dietro le sbarre.

Robinho ai tempi del Milan/ fonte Lapresse- ilovepalermocalcio.com

Condanna e fine di una carriera luminosa

Il 40enne ha inoltre spiegato di poter giocare a calcio solo la domenica, nei giorni liberi da attività lavorative, negando ancora una volta qualsiasi forma di privilegio.

Robinho sta scontando una condanna definitiva a nove anni per violenza sessuale di gruppo avvenuta nel 2013 a Milano. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, la Corte Suprema italiana ha confermato la sentenza e il Brasile ne ha autorizzato l’esecuzione nel 2024: un epilogo amaro per un talento che aveva incantato il mondo del calcio.