Repubblica: “Pohjanpalo ancora decisivo, il Palermo non brilla ma batte il Padova”
Il Palermo fa il suo dovere, senza brillare ma senza fermarsi. Nell’ultima gara del 2025 i rosanero superano il Padova per 1-0 al Renzo Barbera, centrando la quarta vittoria consecutiva in casa e restando agganciati al treno delle prime. A raccontare una serata più concreta che spettacolare è Massimo Norrito su Repubblica Palermo, che sottolinea come il successo sia arrivato grazie alla solidità più che al gioco.
Come evidenzia ancora Massimo Norrito su Repubblica Palermo, se Filippo Inzaghi sperava in una prestazione brillante per ringraziare i 32 mila spettatori presenti sugli spalti, dovrà attendere. Il Palermo vince, ma lo fa soffrendo, affidandosi ancora una volta a Jesse Joronen, decisivo in più occasioni e autentico punto di riferimento di una squadra che fatica a costruire gioco.
L’emergenza difensiva costringe Inzaghi a reinventare il reparto arretrato, ma il vero limite è nella manovra offensiva. Scrive Repubblica Palermo con Massimo Norrito che il Palermo si affida spesso alle iniziative individuali e colpisce in contropiede. Al 38’ nasce così l’azione decisiva: Palumbo recupera palla, resiste alla pressione e serve l’assist perfetto per Pohjanpalo, che firma il dodicesimo gol stagionale, confermandosi uomo chiave della stagione rosanero.
Il vantaggio, però, non libera la squadra. Anzi, come sottolinea ancora Massimo Norrito su Repubblica Palermo, ha quasi un effetto anestetizzante: il Palermo arretra, il Padova prende campo e serve l’ennesimo intervento prodigioso di Joronen per evitare il pareggio. Nella ripresa il copione cambia poco: ritmi bassi, tanta lotta e pochi spunti offensivi. Gli ingressi di Gomes, Vasic e Pierozzi portano energia, ma non cambiano l’inerzia del match.
Nel finale spazio anche all’emozione. Brunori resta in panchina ma, al triplice fischio, saluta il suo pubblico in lacrime, chiudendo simbolicamente la sua avventura in rosanero. Il Palermo incassa tre punti fondamentali: «punti sui quali costruire il futuro», scrive ancora Massimo Norrito su Repubblica Palermo, magari con meno sofferenza ma con la stessa concretezza.
