Inzaghi: «Sono curioso di vedere anche domani dove possiamo arrivare»
Dal Renzo Barbera, in conferenza stampa, Filippo Inzaghi ha proseguito l’analisi alla vigilia di Avellino-Palermo soffermandosi sulla gestione degli uomini e sull’interpretazione della gara, ribadendo un concetto chiave: non esistono partite semplici, ma solo partite da saper leggere.
Sul possibile impiego di Gyasi, Inzaghi ha chiarito la situazione senza forzature. «Manca da più di due mesi», ha spiegato il tecnico rosanero. «Avevo già pensato di farlo entrare nella scorsa partita, poi alcune situazioni mi hanno portato a fare altre scelte. Dopo tanto tempo è meglio dargli mezz’ora, ma sta bene». Una gestione improntata alla cautela, in linea con quanto già visto nelle ultime settimane.
Il discorso si allarga poi alla filosofia di gioco. «Nel calcio non c’è un piano gara fisso», ha sottolineato Inzaghi. «Bisogna saper giocare quando c’è da giocare e soffrire quando c’è da soffrire». Un passaggio che fotografa bene l’approccio richiesto alla squadra, soprattutto in una trasferta complessa come quella del Partenio. «Sarà una partita tosta e abbiamo la maturità per capire che queste sono le gare più complicate».
Inevitabile anche un riferimento all’atteggiamento iniziale delle partite. «Tutti vogliono partire forte e imporre le proprie idee», ha aggiunto l’allenatore del Palermo. «Con la Sampdoria abbiamo fatto mezz’ora stratosferica, ma spesso dimentichiamo che oltre a noi ci sono anche gli avversari». Da qui la necessità di trovare equilibrio: «Dobbiamo saper dominare quando possiamo ed essere più cinici».
Il messaggio finale è di fiducia e curiosità verso il futuro. «La cosa che mi lascia ben sperare è che questa squadra può crescere moltissimo», ha concluso Inzaghi. «Sono curioso di vedere anche domani dove possiamo arrivare». Avellino diventa così un nuovo banco di prova, non solo per il risultato, ma per misurare il livello di maturazione del Palermo.
