Perinetti: «Ho perso mia figlia, ma il calcio mi ha tenuto in vita. Palermo è la mia città dell’anima»

Il dirigente si confida a Repubblica Palermo in una lunga intervista firmata da Massimo Norrito: il dolore per la figlia Emanuela, la rinascita con l’Athletic e il legame eterno con il Palermo

Giorgio Perinetti, uno dei dirigenti più esperti del calcio italiano, ha trasformato il dolore più profondo in testimonianza. Due anni fa ha perso la figlia Emanuela, scomparsa a soli 33 anni a causa di una grave forma di anoressia. Su quella tragedia ha scritto un libro, un atto d’amore e consapevolezza. «Tutto nasce da un’intervista a un anno dalla sua scomparsa – racconta Perinetti a Massimo Norrito sulle pagine di Repubblica Palermo –. Ho pensato che raccontare la vicenda potesse servire a sensibilizzare su un fenomeno molto diffuso. Voglio essere d’aiuto ai genitori che combattono contro un male oscuro che non si manifesta».

Nel dialogo con Repubblica Palermo, il dirigente ammette che inizialmente non aveva compreso i segnali della figlia: «Uno dei problemi di chi vive un disagio alimentare è il rifiuto della malattia. Ci sono bugie quotidiane per nascondere la verità. Col senno di poi, capisco che quando mia figlia mi chiedeva di lavorare insieme, in realtà mi stava chiedendo solo di starle vicino, ma io non l’ho capito».

Il calcio, per Perinetti, è stato una via di salvezza: «È stato l’unico appiglio che potevo trovare – spiega ancora a Massimo Norrito per Repubblica Palermo –. Mi ha dato la possibilità di non sprofondare, di restare a contatto con i giovani e di continuare ad avere un obiettivo. Aiutarli mi ha tenuto in vita».

Oggi, la rinascita passa anche attraverso l’Athletic Palermo, club nel quale ha scelto di rimettersi in gioco. «Sì, anche per questo. Ma volevo ripartire da dove ho cominciato: dal settore giovanile. All’Athletic ho trovato entusiasmo, tanti giovani e un progetto che mi permette di seguirli nella loro crescita. Palermo è la mia città adottiva, qui sono accadute tutte le cose più importanti della mia vita, sia familiari che lavorative».

Perinetti, che in rosanero ha vissuto tre diverse ere — Ferrara-Polizzi, Sensi e Zamparini —, guarda con orgoglio al 125° anniversario del club. «Ringrazio il presidente Mirri per l’invito alle celebrazioni. Se sono tornato più volte, significa che ho lasciato un buon ricordo», afferma.

E sull’attuale guida tecnica rosanero ha le idee chiare: «Ho avuto Inzaghi a Venezia, lo volevo anche al Siena. È un allenatore vincente, merita di portare il Palermo in Serie A e sono sicuro che lo farà. Poi si assesterà nella massima serie con un progetto solido come quello del City Group».

L’intervista di Massimo Norrito su Repubblica Palermo si chiude con uno sguardo all’Athletic, la nuova avventura del dirigente: «È una realtà nata per offrire un’alternativa ai ragazzi di Palermo, un’opportunità per coltivare un sogno. La nostra più grande vittoria? Aver riaperto il Velodromo allo sport».