Faccia pulita, sguardo sincero e la serenità di chi guida con equilibrio la difesa meno battuta del campionato. Davide Adorni, 33 anni, parmigiano, è arrivato in estate al Modena per portare esperienza e leadership a una squadra che oggi guarda tutti dall’alto verso il basso. Intervistato da Alessandro Bedoni per Il Resto del Carlino Modena, il difensore racconta il suo approdo in gialloblù e il cammino che lo condurrà sabato al “Barbera”, contro il Palermo di Filippo Inzaghi.
«Avevo ancora un anno di contratto con il Brescia, ma a fine giugno mi sono ritrovato libero per le note vicende societarie – spiega Adorni –. Quando mi ha chiamato il direttore Catellani, ho sentito entusiasmo e ambizione. Giocare a Modena oggi è una scelta semplice: è una realtà solida, con valori e una proprietà che trasmette senso di appartenenza».
Sul piano personale, Adorni racconta come si mantiene in forma: «A 33 anni mi sento nel pieno della carriera. Il calcio è cambiato: curo alimentazione, recupero e ho la fortuna di stare bene. È la mia passione, oltre che la mia vita».
Nel corso dell’intervista concessa a Il Resto del Carlino Modena, il difensore riflette anche sulle sue esperienze passate: «A Cittadella si viveva il calcio in modo tranquillo, le pressioni arrivavano più da dentro che da fuori. A Brescia, invece, c’era un ambiente più esigente: ho voluto mettermi alla prova con un contesto diverso».
Adorni vive oggi a Modena con la famiglia: «Ci siamo trasferiti tutti, mia figlia ha iniziato la scuola qui. Mia moglie vorrebbe comprare casa, io freno un po’, perché la vita del calciatore è imprevedibile. Ma se il futuro sarà qui, ne sarei felice».
Sulla sua forza in campo, non ha dubbi: «Con l’esperienza ho affinato il senso della posizione. Se sei piazzato bene, corri meno rischi. In questa squadra ognuno sa cosa deve fare: è una gestione semplice, perché tutti hanno ruoli chiari».
Fuori dal campo, Adorni si definisce «molto legato alla famiglia», amante della lettura, delle passeggiate e del ciclismo, «passione ereditata da mio padre». Con alcuni compagni – Zampano, Cauz, Di Mariano, Magnino, Gerli – trascorre anche momenti di convivialità: «È un gruppo unito e coinvolgente».
Infine, lancia un messaggio in vista della trasferta di Palermo: «Forse non mi aspettavo di arrivare al “Barbera” da primo in classifica, ma lavoriamo per stare in alto. Siamo orgogliosi di ciò che stiamo facendo: andremo là con le nostre armi, tanta consapevolezza e i piedi ben saldi per terra».
