“È terrorismo psicologico”: rivelate le chat del ds in serie A | Esplode il caso
Pallone Serie A - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Un caso che farà discutere ancora molto.
Essere dirigente in Serie A significa vivere ogni giorno sotto una pressione enorme. Le aspettative di società, tifosi e media rendono ogni decisione un potenziale caso nazionale. Le scelte sul mercato, la gestione dell’allenatore e i risultati sportivi influenzano non solo l’immagine del club, ma anche la serenità personale di chi guida le operazioni dietro le quinte.
Oltre agli aspetti sportivi, i dirigenti devono affrontare questioni economiche complesse: bilanci da mantenere in equilibrio, stipendi da negoziare, sponsor da convincere. Un errore può avere conseguenze pesanti per la stabilità del club. Questa pressione costante, unita ai ritmi frenetici del calcio moderno, genera un livello di stress spesso paragonabile a quello di un allenatore o di un calciatore.
A complicare tutto ci sono i media e i social network, che amplificano ogni errore o decisione impopolare. I dirigenti diventano spesso bersaglio di critiche e contestazioni, anche personali, che aumentano la tensione e rendono difficile mantenere la lucidità necessaria per lavorare con equilibrio.
Molti dirigenti ammettono di vivere con difficoltà la pressione continua, tra riunioni, viaggi, mercato e risultati altalenanti. Il rischio di burnout è reale. Per resistere, servono autocontrollo, capacità di delega e una forte passione: elementi indispensabili per sopravvivere nel calcio italiano, dove il successo e il fallimento possono separarsi in appena novanta minuti.
Dettagli sull’inchiesta
L’edizione odierna de La Repubblica approfondisce le indagini sul trasferimento di Victor Osimhen dal Lille al Napoli, svelando anche alcuni messaggi privati tra i dirigenti azzurri. In uno scambio del 17 luglio 2020, l’amministratore delegato Andrea Chiavelli scrive al ds Cristiano Giuntoli: “Speriamo rifiutino… sennò dovremo darci alle rapine”, riferendosi all’offerta per l’attaccante. Giuntoli commenta poi con il suo vice Pompilio, scherzando ma anche ammettendo le difficoltà economiche dell’operazione: “Devo parlare con Aurelio. Che terrorista”.
Secondo gli inquirenti, Giuntoli e Pompilio avrebbero gestito in prima persona il trasferimento al Lille di tre giovani della Primavera, operazione considerata al centro di una presunta plusvalenza fittizia. Dalle chat emergono dettagli tecnici e una certa fretta nel concludere i calcoli sui valori dei ragazzi Manzi, Liguori e Palmieri, con Pompilio che invita alla prudenza: “Fammi lavorare, non puoi renderti conto di cosa ti ha chiesto”.

Preoccupazioni anche in casa Lille
A complicare il quadro, una mail del direttore amministrativo del club francese, Julien Mordacq, al CEO Marc Ingla.
Mordacq avverte: “È mio dovere metterti in guardia sui rischi legati a questa operazione”, segnalando possibili anomalie che avrebbero potuto attirare l’attenzione degli investigatori.
